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Mercoledì 20 Gennaio 2010
Seimila piccoli stranieri
ma Como se la cava bene
Nelle scuole lariane gli alunni privi di cittadinanza italiana sono più di seimila. Tanti, si direbbe. Salvo poi scoprire che la provincia di Como si piazza al terzultimo posto in Lombardia per incidenza percentuale, con un 9,5% che risulta più alto solo rispetto a Sondrio (dove gli studenti non italiani rappresentano il 4,6%) e a Varese (9,4%)
A gennaio dell’anno scorso (ultimo dato disponibile) sono stati registrati 69 «nuovi arrivi» nelle scuole della città e, secondo le stime, le dimensioni del fenomeno quest’anno non sono cambiate. Sui banchi ci sono, certo, altri 1.782 cittadini non italiani. E le difficoltà non mancano: «Facciamo miracoli, considerando i mezzi a disposizione - commenta il preside dell’istituto comprensivo Como Borghi, frequentato da 193 alunni stranieri - C’è un evidente problema di risorse, tuttavia l’impegno è massimo e i risultati arrivano. Noi abbiamo predisposto protocolli e progetti ad hoc per i neoarrivati». «Sicuramente la scuola pubblica non può più garantire quello che assicurava un tempo - gli fa eco la vicedirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Rosa Siporso - Noi seguiamo l’aspetto della prima accoglienza e la formazione degli insegnanti, con 9 persone dislocate sul territorio. Non dobbiamo farci ingannare, però, dai tanti cognomi stranieri, visto che spesso si tratta di alunni nati in Italia. La nostra provincia, come confermano le statistiche, resta su livelli più bassi rispetto al resto della regione». In caso di necessità, il Comune garantisce a uno studente del primo ciclo un massimo di 15 ore di mediazione, oppure 20 di facilitazione linguistica: «Ci siamo affidati a una cooperativa, investendo circa 37mila euro - spiega la responsabile dei servizi educativi Paola Bernard - Sulla base delle richieste delle scuole, inviamo l’esperto più adatto. I mediatori sono persone madrelingua, fondamentali per chi non parla italiano, mentre il facilitatore affianca il bambino nell’attività didattica e ne supporta l’apprendimento. Offriamo in totale 500 ore di mediazione e 850 di facilitazione. Le domande arrivano per lo più da Como Borghi, da Como Nord e da Rebbio».
Proprio quelli citati sono alcuni degli istituti comprensivi con un più alto tasso di alunni stranieri. Sommando scuola dell’infanzia, elementare e media, in città la percentuale più alta si registra a Como Rebbio, che arriva al 32,7% (243 non cittadini italiani su 745). Alle medie di via Cuzzi, in particolare, si sfiora il 40% mentre all’asilo di via Varesina il dato è vicino al 60%. Molti gli stranieri anche a Como Centro (136 su 448, pari al 30,4%) e, come detto, a Como Borghi (27,2% con punte vicine al 45% alle elementari di via Viganò). Numeri molto più bassi alle superiori: nelle prime posizioni gli istituti professionali (Pessina e Leonardo con il 12,1%, Ripamonti a quota 11,3%), nelle ultime i licei, sotto il 4%. Curiosa la situazione del Volta, con soltanto tre alunni non italiani: sono svizzeri.
Michele Sada
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