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Mercoledì 20 Gennaio 2010
Muro delle paratie, scatta
l'inchiesta sui finanziamenti
Il muro, certo. Tutto è nato da lì: dall’esposto per la "benda" stretta agli occhi dei passanti e che vieta la vista del lago. Ma da lì la procura s’è già spostata, al punto che allo stato dell’arte la magistratura non avrebbe nulla da eccepire sull’abbattimento dell’ormai famigerato muro. Anzi: se il Comune volesse, potrebbe tirarlo giù oggi stesso
Tra i vari quesiti che gli esperti incaricati di dipanare la matassa paratie va ben oltre la vicenda muro e tocca temi ben più importanti. Primo fra tutti: l’effettiva utilità, per la città di Como, di un’opera di tale portata. E allora eccoli i quesiti ai quali la procura ha chiesto ai suoi consulenti di dare una risposta.
L’aspetto economico, primo fra tutti. Com’è noto il progetto paratie è finanziato grazie allo stanziamento dei fondi previsti dalla legge Valtellina per il riassetto geologico e per la realizzazione di opere utili a prevenire nuovi dissesti o eventi alluvionali. I consulenti stanno studiando legge e progetto per confermare il corretto utilizzo di quei soldi per il cantiere aperto sul lungolago.
La questione «opportunità». Serviva realizzare un’opera di tale portata in una città dove le esondazioni del lago non sono propriamente all’ordine del giorno? Anche questo è uno quesito aperto sul tavolo dei consulenti della procura, i quali partono da una considerazione: l’unicità di un progetto come quello per le paratie. Giustificato? Nella loro relazione finale gli esperti della magistratura diranno la loro al riguardo, soprattutto in relazione all’investimento pubblico previsto.
La questione «funzionalità». Un ingegnere idraulico nel pool di consulenti: perché? Il motivo è presto detto: il pubblico ministero Simone Pizzotti vuole capire se, così come pensato, il progetto paratie è davvero funzionale. Oppure se non vi sia il rischio di andare a modificare quello storico equilibrio esistente tra il lago e la sua città.
Come si vede la carne al fuoco è tanta e la vicenda muro, soprattutto alla luce del reato contestato (il deturpamento di bellezze naturali, che è punito dal codice con semplici ammende), viene ridimensionata, dal punto di vista dell’inchiesta della procura, di fronte a quesiti ben più pesanti e - potenzialmente - influenti sul futuro del progetto.
La mole di carte sul tavolo dei consulenti è tanta. Le settimane di lavoro che li attendono altrettanti. Con la scelta di non sequestrare il cantiere la procura ha deciso di lasciare che i lavori proseguano come previsto, in attesa di avere le risposte a tutti quei quesiti nati un po’ per caso, grazie alla passeggiata di un pensionato fuori dal cantiere per le paratie.
Paolo Moretti
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