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Venerdì 22 Gennaio 2010
Riciclavano carni estere
Condannata la gang
Prime condanne per la maxitruffa delle carni estere al centro di una indagine dei carabinieri di Como che lo scorso luglio condusse all’arresto di sette persone operative in provincia di Como, tra la Bassa comasca e la Valle d’Intelvi, passando per il capoluogo
Sia pure con posizioni e gradi di responsabilità diversi, i Bellora e i loro complici erano accusati di avere ordito truffe per circa dieci milioni di euro prelevando all’estero decine di tonnellate di carne (in tutto più o meno duecento) senza mai saldare un conto, salvo poi rivendere la merce in Italia a prezzi stracciati - ma con un guadagno, per tutti loro, nettissimo - e facendo perdere alla fine le proprie tracce.
Icarabinieri smascherarono la banda al termine di una indagine avviata da un prefisso telefonico, uno 031 impresso su un documento che una società francese vittima di uno dei tanti raggiri fece pervenire alla Procura della Repubblica di Milano nell’autunno del 2207. Il fascicolo passò a Como, dove i carabinieri individuarono i due Bellora, originari di San Vito Lo Capo ma titolari di residenze molto più esotiche (il figlio ad Andorra, il padre addirittura sull’isola di Gran Cayman). Facendo base in diversi alberghi della città e della provincia, prendevano contatti con aziende che producevano carni avicole, bovine e suine: fingendosi emissari di marchi importanti, quali Eurospin o Plasmon (ma in passato si erano anche spacciati per emissari di Bennet), ordinavano la merce. A prelevarla erano poi autisti di fiducia, che provvedevano a ritirarla e a trasportarla fino a un centro di macellazione nel Lazio, dove la carne veniva "rigenerata" con nuova etichettatura, ovviamente falsa, per essere infine reimmessa sul mercato a prezzi stracciati.
St. F.
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