Canepa, 450 lavoratori
in "cassa" per 8 settimane

Scatta la cassa integrazione ordinaria per 450 dipendenti alla Canepa, importante industria tessile di San Fermo della Battaglia, nota soprattutto come cravattificio. L'azienda affronta così il calo generale per il tessile e quello aziendale di ricavi e ordinativi con un utilizzo massiccio degli ammortizzatori sociali. Una scelta molto prudenziale, quella dell'azienda, se è vero che alla fine dei 450 dipendenti l'ipotesi è di ricorrere all'utilizzo della cassa solo per la metà dei lavoratori coinvolti.

s.casiraghi

La crisi morde ancora, soprattutto il tessile. Così, in attesa della ripartenza in maneira più concerta, scatta la cassa integrazione ordinaria per 450 dipendenti alla Canepa, importante industria tessile di San Fermo della Battaglia, nota soprattutto come cravattificio. L'azienda affronta così il calo generale per il tessile e quello aziednale di ricavi e ordinativi con un utilizzo massiccio degli ammortizzatori sociali. Sintomo insomma che la crisi non è alle spalle. Una scelta molto prudenziale, quella dell'azienda, se è vero che alla fine dei 450 dipendenti l'ipotesi è di ricorrere all'utilizzo della cassa solo per la metà dei lavoratori coinvolti. Certo il numero di persone interessate resta alto, ma secondo Gloria Paolini di Femca Cisl la situazione è meno grave di quanto potrebbe sembrare. «La Canepa ha chiesto, in un incontro tenuto ieri pomeriggio, la cassa integrazione ordinaria per 450 dipendenti, distribuiti in vari settori, per un totale di otto settimane. Questo a fronte di un calo generale degli ordini e un calo contingente legato all'inizio dell'anno». Importante il numero di persone coinvolte, ma per la Paolini è però solo una scelta di cautela: «La Canepa ha sofferto un calo di lavoro da dicembre, considerando che nell'ultimo periodo non ha fatto un uso particolare della cassa integrazione, la scelta dell'azienda si è orientata verso un utilizzo massiccio, soprattutto, nell'incertezza, con un obiettivo di cautela. E nell'incertezza si sceglie di restare su numeri più alti, capita in linea di massima e con questa situazione, in molte aziende». L'utilizzo della cassa dovrebbe essere decisamente controllato, rimanendo sotto il 50% dei dipendenti: «La cassa non avrà un utilizzo massiccio, si può prevedere sia per un solo giorno alla settimana, saranno poi interessati credo la metà dei dipendenti. Si può ritenere un intervento "soft", anche perché l'azienda non è passiva, ha un'ottica aggressiva e intende puntare ad un rilancio». Coinvolti tutti i settori nel piano di cassa integrazione: «La produzione soffre per un calo degli ordinativi, così facendo porta con se anche altri settori. Si parla di una diminuzione degli ordini attorno al 15%», spiega Gloria Paolini di Femca Cisl. La Canepa già lo scorso anno ha messo in mobilità volontaria una piccola parte del personale: «Nel 2009 abbiamo avuto 23 persone uscite dall'azienda, tutte in mobilità volontaria, e l'utilizzo della cassa per poche settimane, anche lo scorso anno si parlava dei primi mesi, quelli più esposti per quanto riguarda il settore tessile». Ora si attende metà febbraio per analizzare meglio i numeri della crisi: «A Febbraio avremo i dati del bilancio 2009 e le previsioni 2010, potremo quindi analizzare meglio la situazione e capire cosa accadrà». La Canepa non sembra però voler rimanere immobile: «Non è di certo un'azienda statica, la loro intenzione e il loro impegno è per investire, hanno una visione attiva e non remissiva. Bisogna capire se la politica aggressiva in questo periodo paga».

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Sabato 23 Gennaio 2010

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