Da settembre numero chiuso
per tutte le scuole comasche

Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Giuseppe Colosio, l’aveva preannunciato durante il suo tour comasco, tre mesi fa. Ora l’ha messo nero su bianco nell’ultima circolare, che sintetizza quanto stabilito dal ministero: in tutte le scuole sta per scattare una sorta di “numero chiuso” obbligatorio

COMO Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Giuseppe Colosio, l’aveva preannunciato durante il suo tour comasco, tre mesi fa. Ora l’ha messo nero su bianco nell’ultima circolare, che sintetizza quanto stabilito dal ministero: in tutte le scuole sta per scattare una sorta di “numero chiuso” obbligatorio. I presidi, infatti, sono tenuti a stabilire la «capienza» massima dell’istituto, sulla base del numero e delle dimensioni dei locali a disposizione, ma anche considerando «la presenza e la tipologia dei laboratori, delle palestre e delle strutture di supporto alla didattica». E se le richieste di iscrizione supereranno il tetto, qualche domanda verrà respinta. Proprio per questo la nota ricorda che le scuole «di ogni ordine e grado» devono approvare in consigli d’istituto «prima della data di scadenza delle iscrizioni» (il 27 febbraio per l’infanzia e il primo ciclo, il 26 marzo per le superiori) i «criteri di priorità per l’ammissione», in modo da poter individuare «nella massima trasparenza» le istanze che non potranno essere accettate «in quanto eccedono il numero massimo».  Colosio, di fronte ai presidi di tutta la provincia, aveva spiegato: «Bisogna indicare la capienza ottimale, chiedendosi quanti studenti è possibile accogliere per garantire un servizio di qualità. Altrimenti la scuola si sfascia. Non esiste il diritto a iscriversi a questo o a quell’istituto, ma solo al sistema scolastico». Quale sorte toccherà a chi dovesse rimanere escluso? «L’eventuale elenco degli alunni in esubero dovrà essere trasmesso al provveditorato, che prenderà le decisioni del caso – dice il preside del liceo Giovio Sergio De Felici – Noi peraltro dovremo stabilire nelle prossime settimane i criteri di ammissione, per ora non li abbiamo perché la nostra scelta è sempre stata quella di accogliere tutti». La circolare specifica che, una volta in possesso dei nominativi degli esclusi, il provveditorato dovrà coordinare «azioni di redistribuzione e, eventualmente, di riorientamento». Indirizzerà i ragazzi, dunque, verso altre scuole. L’operazione sarà resa più agevole da una «gestione informatizzata delle iscrizioni», che consentirà di creare una vera anagrafe degli studenti.
Intanto, sul tema della capienza delle aule torna alla carica il Codacons, con una class action contro le “classi pollaio”, con trenta o più alunni: «Chiediamo il rispetto delle norme sulla sicurezza, che prevedono 1,80 mq per alunno nelle materne, elementari e medie, mentre 1,96 mq alle superiori – spiega l’associazione – Se il ministero non è in grado di garantire queste condizioni, deve restituire alle famiglie una parte delle tasse, come risarcimento per i rischi e per il peggioramento della qualità del servizio». Il problema degli spazi riguarda anche le scuole lariane. E i presidi, come detto, per stabilire la capienza dell’istituto dovranno tener conto, in primis, proprio delle dimensioni dei locali.
Michele Sada

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