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Martedì 26 Gennaio 2010
Incontro a tu per tu
con i ladri in giardino
«Cosa state facendo nel mio giardino?». «Mi scusi, pensavo che in questa villa stessero dei miei amici rumeni». «Lo racconti a qualcun altro, se ne vada il prima possibile dalla mia proprietà». È il dialogo di sabato pomeriggio tra Carlo Bianchi, residente in via XXVII Maggio, e tre rumeni che si è ritrovato in giardino mentre passeggiava con un’amica...
«Mi scusi, pensavo che in questa villa stessero dei miei amici rumeni».
«Lo racconti a qualcun altro, se ne vada il prima possibile dalla mia proprietà».
È il dialogo di sabato pomeriggio tra Carlo Bianchi, residente in via XXVII Maggio, e tre rumeni che si è ritrovato in giardino mentre passeggiava con un’amica. «Nel frattempo - racconta Bianchi che ha già subìto due furti - un altro mi sfotteva nella sua lingua, con intenzioni niente affatto amichevoli. I tre erano nel mio giardino, io sono sbucato improvvisamente ed essendoci anche la mia amica sono stato calmo e ho pensato a difenderci. Erano certamente ladri, lo si vedeva da come si aggiravano, da come si muovevano anche perché uno non entra in una proprietà altrui come se niente fosse. La mia comparsa li ha sorpresi, ma per la prima volta mi sono sentito minacciato e sfidato nella mia proprietà. È una brutta sensazione, davvero».
E dopo? «Dopo quel dialogo e le minacce che non ho potuto comprendere - prosegue - se ne sono andati, anche perché li avevo visti bene in faccia. Si sono allontanati in modo spavaldo, persino salutando con tono di sfida. Ma mi hanno lasciato l’amaro in bocca: non siamo più tranquilli nemmeno all’interno delle nostre proprietà».
Bianchi non ha visto se i tre rumeni «vestiti uguali, con il piumino blu e i jeans» avessero con sè strumenti da scasso, ma dice che «prima di commettere furti fanno sempre uno o più sopralluoghi, guardano come sono fatte le case, come sono disposti i locali».
Poco dopo Bianchi ha contattato le forze dell’ordine, ma i tre si erano già volatilizzati nel nulla. «Ho chiamato il 113 - racconta - e ho fornito la sommaria descrizione, ma non sono riusciti a trovarli. Poi ho avvertito anche i miei vicini di casa, che proprio quest’estate sono state vittime di furti. Invito però tutti coloro che risiedono nella zona a tenere gli occhi aperti. Io sono stato fortunato perché l’effetto sorpresa della mia presenza li ha fatti allontanare, ma ho già subìto due furti pesanti e non vorrei trovarmi a sedere sulle cassette di legno della frutta perché questa gente anziché lavorare onestamente, di professione commette reati. Entrare in un cancello e muoversi in un giardino altrui lo è».
Una cosa però, a Bianchi non è proprio andata giù. Ed è stato l’atteggiamento dei tre ladri, o aspiranti tali. «Siamo arrivati a un pelo dallo scontro fisico - conclude - anche perché mi sono sentito sfidato. Io non vado a rubare, non sfotto il proprietario di una casa in cui mi trovo abusivamente.Questa spavalderia e sbruffoneria non sono accettabili. Ripeto: queste persone non sono qui per lavorare, ma per rubare. E fortunatamente, sabato, sono riuscito a evitare che succedesse».
Gi. Ro.
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