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Martedì 26 Gennaio 2010
Violenza sessuale,
fisioterapista nei guai
Al termine di una mezza dozzina di udienze, il tribunale di Como (presidente Alessandro Bianchi, a latere Luisa Lo Gatto e Francesco Angiolini) ha condannato ieri mattina a due anni di carcere un fisioterapista comasco accusato di avere usato violenza sessuale nei confronti di una cliente-paziente 36enne, nell’agosto del 2006
Il fisioterapista, Massimo Negroni, 56 anni, che non ha mai smesso di proclamarsi estraneo alle contestazioni mosse dalla presunta vittima oltre che dalla Procura (pm Maria Vittoria Isella) dovrà anche pagare un risarcimento danni di 30 mila euro. Per lui, a processo concluso, ha parlato ieri il suo legale, l’avvocato Fabio Gualdi: «Resto convinto della piena innocenza del mio assistito, che il Tribunale avrebbe potuto assolvere quantomeno con formula dubitativa - ha detto Gualdi -. Aspettiamo le motivazioni della sentenza, ma l’intenzione è quella di valutare un ricorso in Appello».
Difficile azzardare ipotesi sulle ragioni, indizi o prove, che hanno indotto i giudici a optare per un pronunciamento di colpevolezza, sia pure più contenuto rispetto alla richiesta della Procura, che invocava due anni e quattro mesi (richiesta cui aderiva, ovviamente, anche l’avvocato Giancarlo Ferrara, legale di parte civile, che aveva però anche chiesto anche il riconoscimento di un danno di 50mila euro): il tribunale deve avere ritenuto coerente, credibile e sufficientemente circostanziato il resoconto della vittima, secondo la quale la violenza si consumò verso la fine di una lunga seduta di massaggio fisioterapico. Ne fu atterrita, quasi incapace di reagire: si liberò fingendo di dover rispondere al cellulare.
In aula hanno deposto un suo amico e una sua vicina di casa, entrambi informati della violenza quella stessa sera, di ritorno dalla palestra di Negroni. Hanno raccontato entrambi il suo choc, il suo stato di prostrazione, lo spavento. Verità o suggestione, come ipotizzava l’imputato? Per i giudici non ci sono stati dubbi.
St. F.
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