Gli istituti senza soldi
Addio corsi pomeridiani

Non ci sono soldi? Addio ai corsi di recupero pomeridiani. E un taglio netto alle ore propedeutiche all’ingresso nel mondo del lavoro, le più importanti per gli istituti professionali. Le scuole sono diverse, il problema è lo stesso. La prima notizia arriva dal «Caio Plinio»

a.cavalcanti

COMO Non ci sono soldi? Addio ai corsi di recupero pomeridiani. E un taglio netto alle ore propedeutiche all’ingresso nel mondo del lavoro, le più importanti per gli istituti professionali. Le scuole sono diverse, il problema è lo stesso. La prima notizia arriva dal «Caio Plinio», dove è stata decisa una modifica al piano inizialmente predisposto per gli alunni con una o più insufficienze al termine del primo trimestre. Attraverso una nota inviata ai ragazzi e ai genitori, la preside ha annunciato un cambio di rotta, senza nasconderne i motivi: «Il collegio dei docenti, preso atto dei consistenti tagli ai finanziamenti alla scuola che sono stati recentemente comunicati (la nota ministeriale con il budget 2010 è arrivata nei giorni scorsi, ndr) e considerato che la situazione economica attuale non consente di realizzare i corsi sia a febbraio che a giugno, ha deciso di modificare la delibera precedentemente assunta». In sostanza, a causa della carenza di risorse l’istituto tecnico si è visto costretto a rinunciare alle attività di recupero pomeridiane in programma per le prossime settimane. I soldi risparmiati serviranno almeno a garantire i corsi di fine anno scolastico. In febbraio, specifica la nota, «il recupero non verrà quindi effettuato tramite corsi pomeridiani», ma gli studenti con insufficienze svolgeranno attività di recupero «durante il normale orario di lezione». L’attività didattica, di fatto, verrà sospesa per due settimane (dall’8 al 23 febbraio) e, mentre gli alunni con valutazioni positive dovranno accontentarsi di qualche «approfondimento», per i compagni di classe è previsto il «recupero». Salvi, invece, i corsi di giugno e luglio, anche se ciascuno potrà durare al massimo 15 ore e verrà organizzato «limitatamente al budget disponibile».
In difficoltà, come detto, anche le scuole professionali: «C’è stata una riduzione di un terzo dei fondi destinati alla cosiddetta “terza area”, cioè alle attività professionalizzanti - spiega il direttore amministrativo del Pessina, Antonio Scauzillo - Abbiamo dovuto quindi rivedere i piani e tagliare circa 60 ore sulle 180 previste. Dal prossimo anno scolastico, complice la riforma, queste ore importantissime per i ragazzi dovrebbero addirittura sparire del tutto». A proposito di riforma, continua l’attesa dei regolamenti destinati a ufficializzare le novità. Le scuole, intanto, non possono dare informazioni certe a famiglie e ragazzi. Proprio per questo motivo il «Ciceri» ha deciso di far slittare l’open day dal 6 al 20 febbraio.
Michele Sada

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Venerdì 29 Gennaio 2010

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