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Sabato 30 Gennaio 2010
Così tanti senza casa
E l'Inps le tiene vuote
Lo strano caso delle case Inps di via Varesina a Camerlata, 38 appartamenti, 24 abitati, 14 vuoti e due interrogazioni al ministero dell’Economia del senatore Luigi Ramponi (Pdl)
A Como, il “caso di via Varesina” era già emerso, quando il palazzo Inps di via Pessina era stato cartolarizzato e passato al Fip, fondo immobili pubblici al quale partecipano varie società le quali per il momento lo gestiscono, come ne gestiscono altri e ne entreranno in possesso nel 2013, ma secondo ben informati anche il palazzo di via Pessina potrebbe passare dal Fip ad un gruppo privato. Ad ogni modo, già nel 2006, i sindacati avevano puntato il dito sulle case Igei di Camerlata, chiedendo perché gli alloggi rimanevano sfitti, mentre avrebbero potuto costituire una fonte di entrata per l’Inps. Secondo: chiedevano perché gli inquilini non potevano acquistare gli appartamenti dove abitano da anni e per i quali pagano un canone aggiornato secondo l’indice Istat, cioè secondo il tasso d’inflazione, ma che è sovrapponibile, in alcuni casi, a quello sociale, duecento-trecento euro al mese, quindi non sempre è commisurato al reddito dei locatari. A risanare l’Italia e le casse previdenziali non sarà certo un adeguamento del canone in via Varesina, però la puntualizzazione si inseriva nella polemica sulla mancata valorizzazione del patrimonio pubblico. Infine: inquilini tenuti come tra color che sono sospesi. Non sanno chi è il padrone di casa, sanno che però l’Igei è in contenzioso con l’Inps, ente che non ha alcuna redditività dal patrimonio; alcuni vorrebbero acquistare, ma gli appartamenti in cui abitano non vengono mai messi all’asta; altri se ne sono andati perché sono subentrati in anni recenti e il contratto d’affitto era al valore di mercato, cioè elevato e non valeva la pena. Pagano tutti regolarmente attraverso Bnl, come arriva il bollettino; in caso di necessità, fanno riferimento all’Igei di Milano, corrispondono le spese condominiali e non li conforta sapere che in Italia, nelle stesse condizioni, sono in undicimila.
Per tutti, il senatore Ramponi ha presentato un’interpellanza nell’aprile 2009; ha ottenuto risposta, ma non è stato soddisfatto e l’ha ribadita a luglio. È giacente. Per quale ragione, ripete, non viene svolta una gara pubblica per la gestione dei beni immobili dell’Inps? E chiede ancora se Igei ha trasferito all’Inps le somme recuperate con i canoni d’affitto e, infine, perché una società in liquidazione da 14 anni è tuttora in attività.
La vicenda ha l’aria di trascinarsi ancora per molto tempo. C’è chi ha fatto i conti: tener vuoti 14 appartamenti, che potrebbero valere 600 euro d’affitto al mese, costituisce una perdita di 100.000 euro l’anno. Forse una goccia in un mare fatto di gocce.
Maria Castelli
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