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Mercoledì 10 Febbraio 2010
Cinema, tutto esaurito
anche senza le sale
La progressiva sparizione delle sale cinematografiche dal centro di Como ha cambiato radicalmente, forse definitivamente, il rapporto dei lariani con la settima arte
Abbiamo nuove certezze: innanzitutto, con buona pace di chi, periodicamente, afferma che la massa preferisce scaricare i film da Internet o farseli passare da un collega piuttosto che da un compagno di scuola del figlio viene presto smentito dai dati recenti di una manifestazione come «Il cinema italiano» che ha portato all'Astra qualcosa come diecimila presenze in una settimana. Certo, tanti ritornavano ma vedere una sala da ben 430 posti piena zeppa tre volte al dì è un segnale abbastanza evidente. Perché? Perché si trattava, in larga parte, di pellicole mai arrivate nella convalle, perché la tessera era economicamente conveniente, perché c'erano gli incontri con gli attori e i registi. In realtà, a sentire questa comunità reale, contrapposta alla community virtuale, era soprattutto il gusto conviviale della visione collettiva, del confronto, delle quattro chiacchiere prima e dopo la proiezione a far dimenticare perfino l'eterno problema dei parcheggi. Poi ci sono i film-evento: «Avatar» su tutti. Un blockbuster che ha tutto: avventura, effetti speciali aggiornatissimi, la novità del 3D (forse l'unico caso nella storia del cinema in cui si spaccia per nuovo uno stratagemma di cinquant'anni fa). E poi è adatto a tutta la famiglia, anzi, è proprio il film da vedere il sabato sera anche con i parenti e i figli dei parenti. Peccato che l'evento sia talmente atteso che nei pur capienti multisala che, in onore al loro nome, lo proiettano a sale multiple, senza prenotare il posto non si trova e anche usando quell'accortezza trovare più di due posti vicini è un'impresa da kolossal (“Quel maledetto terzo biglietto”).
Così i grandi parcheggi di Montano Lucino e Cantù possono rivelarsi inadeguati ad accogliere il popolo di James Cameron, che ha atteso per dieci anni un lungometraggio che, non a caso, disponeva del budget record di 150 milioni di dollari solo per la promozione mondiale. Intanto le altre sale si riempiono per disperazione: chi è ormai arrivato fin lì ripiega su quello che c'è. Ancora più interessante è il fenomeno del cinema... dove non c'è il cinema. Se l'Astra e lo Spazio Gloria (con i consolidati “Cineforum” e “Lunedì del cinema” oltre alla normale programmazione) resistono stoicamente, ci sono tre nuove iniziative che meritano attenzione. «Il cinema al Carducci» che festeggia il centenario dell'istituto proponendo approfondimenti culturali e film d'autore, il «Teen cinema» in biblioteca destinato ai più piccini e anche il primo tentativo del Teatro Sociale (che fu anche cinema fino agli anni Ottanta). Prossimamente su questi schermi: il cinema all'aperto in piazza Martinelli, la seconda parte della rassegna dedicata al noir a Palazzo Cernezzi, quella di «Como città della musica», quella di Parolario, tutto quanto, paradossalmente, rende l'ultima opera d'autore più visibile di Moccia e Muccino. E i comaschi, affamati di cultura oltre che di intrattenimento, rispondono numerosi.
Alessio Brunialti
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