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Sabato 13 Febbraio 2010
Una perizia psichiatrica
per il giallo di Cirimido
Disposta su Stefania Albertani, la "diabolica" sorellina indagata per aver cercato di eliminare mezza famiglia. I fascicoli di indagine che la riguardano Stefania Albertani sono stati unificati: nel senso che l'inchiesta, ora, è una soltanto, comprensiva delle contestazioni relative al presunto omicidio di Mary e al tentativo di assassinio della madre
CIRIMIDO Sarà una perizia psichiatrica a stabilire se Stefania Albertani, la "diabolica" sorellina di Cirimido indagata per aver cercato di eliminare mezza famiglia - obiettivo raggiunto solo parzialmente - sia o meno capace di intendere e di volere. Lo ha deciso il tribunale preliminare di Como (gup Nicoletta Cremona) affidando al criminologo Adolfo Francia l'incarico di tracciare della ragazza un profilo psicologico super partes, con la formula del cosiddetto incidente probatorio. Nei prossimi due mesi (il termine ultimo per il deposito della consulenza è quello del 16 aprile) lo specialista dovrà tentare di conciliare il contrasto, quantomeno apparente, tra la lucidità glaciale che Stefania ha sempre esibito in ogni sua azione, combinata a un mutismo ostinatissimo, e la follia del disegno che la Procura le attribuisce, quello cioè di uccidere la madre (e forse anche il padre) dopo averlo già fatto con la sorella, allo scopo di nascondere l'allegra gestione dei conti correnti di famiglia. Ifascicoli di indagine che riguardano Stefania Albertani sono stati unificati:nel senso che l'inchiesta, ora, è una soltanto, comprensiva delle contestazioni relative al presunto omicidio di Mary - il cui cadavere carbonizzato fu ritrovato in via Toti nel luglio scorso - e di quelle inerenti il tentativo di uccidere anche la madre, a ottobre a Cadorago. Le saltò al collo con una cinghia, la fece ruzzolare a terra, provò a strangolarla, e quando si convinse di esserci riuscita, diede fuoco ai suoi abiti, sperando così di cancellare ogni prova. Rapporto stretto, quello tra Stefania e il fuoco: se è vero quello che sostiene l'accusa, la 27enne di Cirimido vi aveva fatto una prima volta ricorso per risolvere il problema dello "smaltimento" del corpo di sua sorella, salvo poi riprovarci, lo scorso ottobre, nel posteggio della Ticosa, a Como:con una scusa scese dall'auto su cui si trovava insieme ai genitori, poi si avvicinò al tappo del serbatoio della benzina e vi introdusse uno straccio infuocato, evidentemente al solo scopo di chiudere i conti anche con mamma e papà. Da quel che deciderà il perito psichiatrico del tribunale dipende ovviamente il futuro di Stefania. Impossibile svolgere previsioni:potrebbe finire in un ospedale pischiatrico giudiziario o restare dove di trova oggi, in una cella del carcere del Bassone.
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