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Lunedì 15 Febbraio 2010
Meno soldi ai consiglieri:
"Ma è un atto dovuto"
Taglio degli emolumenti a Fino Mornasco ma l'opposizione contesta il tentativo della maggioranza di sfruttarlo a fini elettorali
«La rideterminazione dell'indennità di carica degli amministratori di Fino Mornasco non è stata una scelta spontanea per ridurre i costi della politica – attacca Vittorino Frosio, capogruppo di Uniti per Fino –, come sbandierato nell'opuscolo elettorale, ma un atto dovuto a seguito di una sanzione prevista dalla legge e applicata al Comune di Fino Mornasco per non aver rispettato il patto di stabilità». Villa Mambretti ha, infatti, registrato un passivo di 700mila euro fra entrate e uscite nel 2009, eventualità non permessa e sanzionata dalle regole del «Patto di stabilità interno».
Si tratta di un meccanismo con cui i governi dei paesi aderenti alla UE tengono sotto controllo l'indebitamento della pubblica amministrazione, che a livello nazionale non può superare il tre per cento del prodotto interno lordo, cioè della ricchezza prodotta, attraverso la relazione entrate-spese. L'aspetto a più riprese contestato dagli amministratori riguarda l'impossibilità di far rientrare nel calcolo eventuali operazioni finanziarie, limitando di fatto i margini operativi. Le sanzioni previste per il mancato rispetto sono l'impossibilità di accendere mutui, il cinque per centro in meno di finanziamenti pubblici, il taglio delle indennità e il blocco delle assunzioni. Lo stipendio mensile del sindaco passa così da 2500 euro a 1750, quello del vice da 1250 a 880, quello degli assessori da 1120 a 790, e i gettoni di presenza per i consiglieri comunali da 16 a 11 euro.
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