Bestemmia sul Duomo
con le bombolette spray

Il carnevale è diventato il pretesto, per alcuni vandali, per usare le bombolette spray per imbrattare la cattedrale. Neanche i writer erano mai arrivati a tanto

COMO - Scritta sacrilega sul marmo del Duomo, una bestemmia sulla facciata settentrionale, vicino alla Porta della Rana: è stata tracciata con lo spray che perde il colore, se strofinato a lungo con acqua, detergente e spazzola, ma lascia una traccia, quasi uno smalto trasparente. E resta leggibile. «Non s'era ancora asciugata del tutto, l'ho vista in tempo, domenica sera - è desolato, il giovane sagrestano - sono accorso con lo spazzolone e l'acqua, ma non è venuta via completamente. Riproverò tra un po'».
Sul Duomo è “effetto Carnevale”: neanche i writer di fine ventesimo secolo avevano osato toccare il simbolo della cristianità, dell'arte, della cultura, della civiltà comensi. Sul marmo che ha attraversato i secoli, c'è il disegno di un cuore trafitto e ci sono scarabocchi, sono rimasti attaccati pezzi colorati di schiuma plastificata e vischiosa, resistono lettere indecifrabili anche sulla facciata principale, che dà su un sagrato coperto di coriandoli e stelle filanti.
Pure le vetrine dei negozi sono state imbrattate dallo spray: viene via il colore, rimane sotto la vernice deturpante.
Ma certamente hanno colpa grave gli ignoti che hanno scritto sul Duomo e non si sono accontentati di imbrattare il Broletto. Ma se ogni posto è buono per far Carnevale, ogni facciata è buona per violarla: sarà questo il ragionamento, ammesso che ci sia un ragionamento e non un istinto belluino.
Il sacrestano versa acqua sulle scritte e vien giù sporca come l'inchiostro, torbida come lo smog che si stratifica sui monumenti, come il colore della bestemmia. Mancar di rispetto al Duomo è come mancar di rispetto alle cose in cui tutti si riconoscono: diventa  una ferita collettiva.

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