Lago oscurato, i progettisti
vanno dagli avvocati

Durissima la presa di posizione dei tre progettisti delle paratie, messa nero su bianco in una lettera inviata al Comune alla vigilia dell'ultima conferenza dei servizi. Ugo Maione, Renato Conti e Carlo Terragni respingono al mittente tutte le accuse mosse da Palazzo Cernezzi

a.cavalcanti

COMO Ci è stato chiesto in continuazione di contenere i costi e, dopo la prima gara d'appalto andata deserta, abbiamo dovuto stralciare una serie di opere già progettate. Il progetto è stato approvato da tutti gli enti e validato dal responsabile unico e da una società specializzata. Poi ci hanno revocato, sempre per risparmiare, la direzione dei lavori. E i nuovi tecnici hanno effettuato modifiche. Dopo tutto questo, il Comune imputa al nostro progetto omissioni per 1,7 milioni di euro. Si tratta tutt'al più di «opere migliorative». È, in sintesi, la durissima presa di posizione dei tre progettisti delle paratie, messa nero su bianco in una lettera inviata al Comune alla vigilia dell'ultima conferenza dei servizi. Ugo Maione, Renato Conti e Carlo Terragni respingono al mittente tutte le accuse mosse da Palazzo Cernezzi. Ma l'Amministrazione comunale ribadisce tutto, attraverso il responsabile del procedimento Antonio Ferro. Volano gli stracci, insomma, come testimonia anche il verbale del vertice conclusivo dedicato alla valutazione della variante che prevede la demolizione del muro e l'impiego di paratie mobili (in parte manuali e in parte automatiche). È lo stesso Ferro a elencare le contestazioni: «Sono state rilevate alcune omissioni del progetto originario, legate alla mancata computazione iniziale, che sono state inserite nella perizia attuale: strutture antiscalzamento delle scalinate disposte sul lungolago; calcestruzzo all'interno delle vasche; impianti di lavaggio delle vasche di laminazione; predisposizione delle idrovore supplementari delle vasche di laminazione; illuminazione delle vasche e altri piccoli elementi quali le scalette di discesa, la realizzazione di minori opere per la garanzia di copertura della quota di 200,30 in una zona dei giardini a lago». Maione, Terragni e Conti replicano: «Vediamo considerate omissioni delle opere che costituiscono in realtà interventi migliorativi decisi in corso d'opera, senza che ce ne sia stata data comunicazione. I costi dovuti all'utilizzo delle palancole antiscalzamento riguardano scelte prese da chi ha elaborato la perizia senza aver prima sentito noi progettisti, come prevede la legge. In corso di aggiudicazione dei lavori alla società Sacaim, la stessa ha proposto un certo numero di migliorie non sottoposte ai progettisti». E ancora: «Lo sviluppo del progetto è stato caratterizzato dalla costante preoccupazione dell'Amministrazione di rimanere all'interno del finanziamento disponibile». Tra gli esempi citati ci sono l'addio alla scultura di Somaini e «la rescissione unilaterale a noi dell'incarico di direzione lavori, per poter disporre dell'ulteriore risparmio». «Sempre per contenere i costi ci fu chiesto di apportare ulteriori modifiche al progetto, stralciando opere progettate. Per quanto evidenziato non possiamo accettare che al nostro progetto vengano attribuite omissioni per 1,7 milioni di euro. Ricordiamo inoltre che il progetto esecutivo è stato approvato da tutti gli Enti competenti ed è stato validato dal responsabile del procedimento con il supporto di una società specializzata (Inarcheck). Stiamo dando incarico agli avvocati di tutelare la nostra onorabilità professionale».
Michele Sada

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Venerdì 19 Febbraio 2010

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