La fiaccolata per Brambilla
In cento in città murata

Como: Non ci sono striscioni, slogan o messaggi. C'è il silenzio alla manifestazione per l'imprenditore comasco ucciso dall'armiere Alberto Arrighi. Presenti, tra gli altri, gli anziani genitori di Brambilla, il fratello, la convivente Elena Puricelli, la cugina Gilda

COMO Non ci sono striscioni, slogan o messaggi. Non ci sono parole nel corteo che si snoda per il centro storico cittadino. C'è il silenzio. La fiaccolata organizzata per ricordare Giacomo Brambilla, l'imprenditore comasco ucciso esattamente tre settimane fa dall'armiere Alberto Arrighi, richiama quasi cento persone. Familiari, amici, semplici conoscenti. Arrivano in piazza Vittoria alla spicciolata, poco dopo le otto di domenica sera. Prima delle fiaccole spuntano decine di fiori bianchi, distribuiti a tutti i presenti. Ci sono, tra gli altri, gli anziani genitori di Brambilla, il fratello, la convivente Elena Puricelli, la cugina Gilda. E poi tanti amici, compresi quelli di Colonno, il paese in cui la vittima dell'omicidio di via Garibaldi aveva allestito pochi mesi fa uno straordinario presepe. Nonostante la serata fredda, dunque, in tanti non hanno voluto mancare l'appuntamento. Poco dopo le otto e mezza il corteo inizia a muoversi, lascia Porta Torre e si dirige verso l'armeria di Alberto Arrighi, teatro del brutale omicidio. C'è chi ha in mano una fiaccola, chi un fiore. Tutti procedono spediti, in un centro città deserto. I pochissimi passanti osservano stupiti la scena, un paio di turisti chiedono lumi sulla manifestazione. Il corteo procede, con in testa i familiari più stretti. Via Cesare Cantù, poi piazza San Fedele, via Vittorio Emanuele, piazza Duomo. Nessuna sosta. E ancora via Fontana, piazza Volta, fino al civico 20 di via Garibaldi. Davanti all'ingresso dell'armeria dove il cuore di Giacomo Brambilla ha cessato di battere, il corteo si ferma.

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