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Martedì 23 Febbraio 2010
Ortolano da settant'anni
Il Comune vuole sfrattarlo
«Piacere, sono Bianchi Giuseppe, classe 1932, figlio e nipote di ortolani. Sono qui da 68 anni»: qui, al mercato coperto, padiglione dei grossisti tra via Mentana e via Sirtori, non ci sarebbe bisogno di presentazioni per il signor Giuseppe che ha scritto un pezzo di storia comasca che qui si sta chiudendo per trasferirsi dove non si sa, fra rammarico ed interrogativi sul futuro
«Mi hanno detto che questo padiglione diventerà un polo d'eccellenza. Ma noi non ne siamo stati coinvolti, né informati. E dove andremo?»: è l'interrogativo del signor Giuseppe e del figlio Alessandro, laureato in legge, orgoglioso di definirsi come ortolano. Uno sfratto non è mai pervenuto: nel 2005, è scaduta la concessione comunale, ma la ditta Bianchi continua a pagare 26.000 euro d'affitto l'anno, tiene tutti gli undici dipendenti in regola e serve un gran numero di clienti, privati e ristoranti, a domicilio. Non è che vogliano mettersi di traverso su un'iniziativa pubblica, ma perché devono andarsene? Perché non è prevista una superficie di vendita all'ingrosso, nel progetto, afferma Marco Fumagalli, dirigente del settore comunale al commercio. «Ma per la ditta Bianchi, stiamo studiando una soluzione, abbiamo all'esame alcune proposte, in pochi giorni verranno definite - assicura - La ristrutturazione del padiglione è un'occasione importante per la città e per il rilancio delle attività commerciali a Como. La Regione ci ha dato un contributo significativo, riconoscendo il valore storico del padiglione e il servizio che la nuova struttura potrà rendere ai cittadini». Il futuro sarà bellissimo, ma c'è un'attività in corso dal 1892, iscritta all'albo d'oro delle aziende storiche, non vuol finire in un seminterrato, ha bisogno di una zona di carico - scarico. Le trattative sono in corso: «Dateci la possibilità di lavorare e di mantenere la nostra attività: io ho quasi 80 anni - si immalinconisce - ho passato qui tutta la mia vita».
Maria Castelli
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