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Martedì 23 Febbraio 2010
"Macché genio dannato
Caravaggio era un intellettuale"
"Colto, credente e musicista. Va superata la visione romantica"
La nuova interpretazione di Maurizio Calvesi, curatore della mostra di Roma
L'artista lavorò dal 1592 a Roma, poi a Napoli, a Malta e in Sicilia, morendo a 39 anni sulle sabbie di Porto Ercole, il Caravaggio: ma, se anche nulla rimane della sua attività giovanile nel bergamasco, sino alle ultime opere l'attento realismo pittorico, la meticolosa cura delle nature morte, dei mazzi di fiori e frutta inseriti nelle tele più varie, attinti dalla pittura lombarda tardo-cinquecentesca - dai fratelli Campi, da Fede Galizia, da Sofonisba Anguissola - rimasero elementi permanenti nella pittura del Caravaggio. Basti pensare alla poco nota "Annunciazione" (1608-10) della chiesa primaziale di Nancy - oggi per la prima volta in Italia! - dove in primo piano è un umile cesto coperto da un panno, una natura morta come nella "Adorazione dei Pastori" (1608-9) del Museo Regionale di Messina.
Professor Maurizio Calvesi, dinanzi a quale personaggio ci troviamo?
È ora di rimuovere la veste di bel tenebroso che il Romanticismo ha posto indosso al pittore lombardo; basta con la moda dell'artista maledetto - risponde Calvesi, che il 18 marzo terrà nel Palazzo Esposizioni a Roma la lezione "Caravaggio senza maledizioni" - dell'eterno perseguitato, evitato dalla nobiltà e dai grandi committenti del tempo. Innanzitutto il pittore risulta non povero ma di famiglia quasi abbiente, ed era un artista còlto, che sapeva anche di musica grazie al contatto con la Camerata dei Bardi, per cui gli spartiti dipinti nei suoi quadri sono sempre identificabili, tanto che il 29 settembre alla Braidense di Milano si terrà un convegno su "Caravaggio e la musica". Inoltre i quadri dell'artista in Roma andarono ben presto a ruba e i suoi committenti, che si chiamavano Colonna, Giustiniani, Mattei, Barberini, oltre al cardinal Del Monte, a Scipione Borghese e ad una vasta clientela ecclesiastica, pagavano ingenti somme - quasi tutte registrate - per le sue opere.
Ma questa nobile clientela non rifiutò talvolta i quadri del Caravaggio, come «La morte della Vergine» o la «Madonna dei Palafrenieri»?
Si trattò dell'inevitabile scontro degli ortodossi più rigidi con lo shoccante realismo del pittore. Ma la prima tela fu subito ricomprata dal Duca di Mantova, su suggerimento del Rubens, e la seconda venne acquistata da Scipione Borghese. Le iconografie sacre ricoprono la quasi totalità dell'opera del Caravaggio e quelle profane sono spesso metafore cristiane.
Dunque, l'ateismo del pittore…?
Non esiste. Caravaggio era un credente ed il tema della salvezza - spesso affidato al simbolismo della luce - è costante nella sua opera, basti pensare alla Vocazione di S.Matteo nella Cappella Contarelli, alla Caduta di S.Paolo nella Cappella Cerasi e altro. Il fatto è che la religiosità del pittore era di tipo pauperistico, di ascendenza borromaica, destinata perciò a scontrarsi con la pompa della Curia romana.
E la bisessualità del Caravaggio?
Non è documentata. Egli frequentava invece le donne: scelse una prostituta affogata per ritrarre la "Morte della Vergine", diede alla "Giuditta che taglia la testa ad Oloferne" le fattezze della cortigiana Fillide e la stessa uccisione di Ranuccio Tommasoni per mano del Caravaggio avvenne probabilmente per causa di donne.
È certo innegabile il caratteraccio dell'artista…
Caravaggio era scostante ed irascibile, tanto che in una rissa ammazzò il Tommasoni, delitto per cui la Giustizia Pontificia gli assegnò la condanna capitale. Il pittore cercò di riscattarsi come cavaliere di obbedienza dell'Ordine di Malta, ma si mise in cattiva luce anche col Gran Maestro Alof de Wignacourt, che lo spedì in carcere, da dove presto egli evase. I sicari lo raggiunsero mentre fuggiva verso Roma - dove attendeva la grazia per intervento dei Colonna - riempiendolo di botte: stremato anche per la malaria, Cavaggio morì sulle rive di Porto Ercole. La sentenza capitale fu quindi sostanzialmente eseguita».
Va sottolineato che la mostra non espone dipinti di minori, consta di sole opere del Caravaggio, 24 delle circa 60 conosciute.
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