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Venerdì 26 Febbraio 2010
Scuola, ma quanta fatica
se il preside si sdoppia
La dura vita di un reggente. Parlano i dirigenti scolastici di istituti comprensivi di Como che, al pensionamento del loro predecessore, hanno accettato la reggenza di un'altra scuola. Una scelta che comporta, a loro dire, un carico di lavoro esattamente doppio
«Ognuna delle due scuole - dice Leonarda Spagnolo, dirigente di Como Lora e reggente a Como Centro - comporta la sorveglianza della contabilità, della didattica, delle relazioni e dei contatti con l'utenza; per non parlare degli impegni costanti come consigli d'istituto e collegi docenti e di quelli occasionali come conferenze e open days. Per seguire tutto mi tocca lavorare davvero tanto, fino a 12 o 13 ore al giorno, dosando il mio tempo fra i due istituti. Poco utile anche delegare a un vicepreside su cui il dirigente deve mantenere sempre uno stretto controllo».
Sulla stessa linea anche Emanuele Clerici, preside di Faloppio da due anni reggente a Como Prestino: «Quello delle reggenze è un problema che si trascina dall'ultimo concorso per dirigenti di tre anni fa che non ha creato nessuna lista d'attesa: con il risultato che, ogni anno che passa, si trova sempre più difficoltà a sostituire i presidi che vanno in pensione. Un problema che finora ha interessato solo elementari e medie ma che l'anno prossimo (con il pensionamento del preside del liceo “Volta” Bruno Saladino) potrebbe investire anche le superiori». Ma quando è nato l'istituto della reggenza, visto che chi andava a scuola fino a una decina di anni fa neanche è a conoscenza di questa figura? La risposta è presto detta: nel 2001, quando il decreto legge 165 stabilì che tutte le scuole dovevano essere dirette da un dirigente scolastico reclutato in base a un concorso e non, come accadeva prima, da un semplice insegnante responsabile individuato dal Provveditorato. È così che la storica figura del “preside” è andata in pensione, anche se nel linguaggio corrente si usa ancora chiamarlo così.
«Da dirigenti - dice Francesco Grassotti, dirigente scolastico dell'istituto di Como Lago che comprende scuole di Como e Bellagio - abbiamo le responsabilità ma non certo gli stipendi, inferiori anche di due terzi rispetto a quelli dei dirigenti comunali. Per non parlare dell'indennità di reggenza che, per il lavoro che svolgiamo, è davvero ridicola». Indennità che anche Leonarda Spagnolo non esita a definire «vergognosa».
Ma quando si potrà risolvere questa situazione? «Attualmente - conferma il dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale di Como, Claudio Merletti - non è stato bandito alcun concorso per dirigenti scolastici. Ciò vuol dire che, anche se ce ne fosse uno a breve, dovremmo aspettare almeno un paio d'anni i risultati ricorrendo nel frattempo alle reggenze che, pur gravose e di difficile gestione, sono l'unico modo per tamponare la situazione». Un'istituzione, quella della reggenza, che Merletti conosce bene essendo a sua volta provveditore reggente di Como da oltre un anno: un impegno costante che tuttavia, forse per dare il buono esempio, non ritiene irrealizzabile. «Da tempo si parla di una mia sostituzione con un dirigente che gestisca solo Como ma l'assegnazione dell'incarico di provveditore è un'operazione complessa su cui preferisco non fare previsioni».
Matteo Borghi
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