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Lunedì 01 Marzo 2010
Protezione civile, troppi capi
L'emergenza è un rebus
Interrogativi e turbamenti tra i volontari: il Fisco chiede il rendiconto, la Croce Rossa è commissariata, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (Lilt) pure. E se la Protezione Civile nazionale è terremotata, a Como non fa appalti, ma è tricefala. Anzi, le teste sono quattro
Ma adesso chi comanda in caso di calamità? In provincia di Como, è stata trovata una soluzione intelligente, che ha superato tutti i conflitti e ce n'erano tanti. È stato deciso che il Centro di coordinamento dei soccorsi, Ccs, è presso la prefettura, presenti e coinvolti tutti i responsabili delle diverse funzioni e alle dipendenze di ogni funzione rappresentata nel Ccs, c'è un Gos, gruppo operativo specializzato. Per esempio, in caso di epidemia, il responsabile della Funzione Sanità all'interno del Ccs, parlerà con il proprio Gos, Asl, ospedali, 118 e così via. I nuovi piani sono in aggiornamento: già negli anni ‘90 furono prodotti programmi di previsione, prevenzione ed emergenza che imponevano ai sindaci di far perfino l'inventario di tutte le ruspe disponibili in paese in caso di necessità. Ed era stata fatta anche la mappa di tutte le vie di fuga dai centri colpiti. Ma se succede qualcosa? Finora, sono sempre intervenuti tutti e subito.
Maria Castelli
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