Il cammino di Santiago
invito a "non mollare"
Albavilla: ha compiuto il celebre pellegrinaggio in questa stagione invernale non propriamente clemente. E vuole lanciare un messaggio, quello di non arrendersi di fronte a una malattia. Perché lui è Stefano Maesani, 41 anni, artigiano edile, sposato e padre di due figli, ammalato di sclerosi multipla
Dall'avventura lungo il "Camino" della conchiglia - il simbolo di Santiago - Maesani è rientrato da poco. In tempo per partecipare alla mobilitazione dell'Associazione italiana per la ricerca sulla sclerosi multipla che lo scorso fine settimana ha organizzato una serie di banchetti anche nella nostra provincia per raccogliere fondi. Se è vero che sono molte le persone che ogni anno percorrono a piedi gli ottocento chilometri del pellegrinaggio, è altrettanto vero che non è un'esperienza alla portata di tutti. Stefano, nell'avventura era accompagnato dall'amico Giancarlo Cassina di Rovenna di Cernobbio. «L'dea del Cammino - spiega Stefano - è maturata un paio d'anni fa e ha iniziato a concretizzarsi solo a settembre del 2009, quando ho avuto il "benestare" di mia moglie Cristina, alla quale avevo confessato di avere bisogno di un periodo per “lavorare su di me” e dei medici dell'Aism di Como che mi hanno consentito, vista la forma non aggressiva di sclerosi, di interrompere per un mese le terapie farmacologiche».
Stefano ha portato con sé l'inseparabile cappello da alpino e la pettorina dell'Aism, che poi ha indossato con orgoglio.
Inutile dire che il viaggio è stato lungo e pesante - da Como ai Pirenei francesi in auto, poi da Saint Jean Pied De Port a Santiago de Compostela a piedi, a una media di quasi 30 chilometri al giorno - ma il fascino ha avuto il sopravvento sui timori iniziali, dettati anche dal fatto di intraprendere l'
avventura nella stagione invernale, ossia controcorrente.
Tutto è andato nel migliore dei modi e Stefano conferma di essere tornato con qualcosa in più: «Questo pellegrinaggio - aggiunge - può essere definito la metafora della vita. Nel senso che non è importante l'obiettivo finale, ma il percorso che si compie per raggiungerlo».
L'esperienza di Sfefano ora verrà resa pubblica. Insieme al presidente della
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