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Venerdì 19 Marzo 2010
"Così sono riuscito
a comperare la patente"
In aula a Como il processo per le presunte patenti facili distribuite dalla Motorizzazione civile. Un testimone: "Ho pagato mille euro per sapere in anticipo le domande"
I fatti risalgono a sei anni fa. E tutti i testimoni chiamati a raccontare finora il loro esame, non per quiz (come avviene di solito) ma con un orale, hanno di fatto raccontato quella che suonava come una moda tutta italiana, la ricerca di un'alternativa di fronte a uno scoglio, ma nessun reato. La testimone comparsa ieri mattina in aula ha raccontato una realtà differente.
«Quando sono entrata nell'aula per l'esame - ha detto la donna - conoscevo già tutte le domande». A suggerirle in anticipo, a detta della donna, sarebbe stato il titolare dell'autoscuola Catelli, Luigi: «Mi ha dato un libretto sul quale c'erano alcune domande e mi ha fatto vedere quello che dovevo rispondere e come. Non ricordo con esattezza di mi ha fatto le domande, ma c'erano due persone nella stanza». Il presidente della corte, il giudice Ortore, ha insistito per sapere se la testimone avesse studiato prima di presentarsi all'esame per la patente: «No, niente. Solo quel giorno lì. Mi sono preparata in quei minuti». Quindi ha ammesso: «Mi hanno fatto alcune domande su cui non ero pronta e non ho saputo rispondere, ma alla fine mi hanno giudicata idonea». Anche se la patente, per alcuni inghippi burocratici, non l'ha mai avuto. Finito l'esame la donna ha riferito di essere dovuta ripassare da Catelli: «Sono uscita e gli ho dato mille euro».
L'inchiesta sulle presunte patenti facili a Como nel 2006 aveva visto il patteggiamento della pena per i due coniugi proprietari delle autoscuole Catelli: il titolare Luigi (aveva patteggiato due anni di reclusione sospesi) e la moglie, Roberta Bernasconi (un anno). In aula restano gli ultimi quattro imputati, accusati a vario titolo di corruzione, falso e rivelazione di segreti d'ufficio, ovvero l'ex vicedirettore della Motorizzazione civile Francesco Pratesi, di Erba, i funzionari di via Tentorio Antonio Spagnolo, di Gironico, e Fabio Pedretti, di Fino Mornasco, e un quarto funzionario pubblico, Gaetano Cannarile di Olgiate Comasco.
Secondo l'accusa gli imputati avrebbero garantito a una serie di esaminati una scorciatoia - a pagamento -pur di prendere la patente.
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