Svizzeri: bimbi in auto,
occhio ai seggiolini

Como: dal 1° aprile nella Confederazione elvetica entra in vigore una nuova normativa che innalza da 7 a 12 anni il limite d'età sotto il quale chi viaggia in auto deve essere assicurato a «dispositivi di ritenzione omologati», ovvero sedili speciali, seggiolini oppure "ovetti", a seconda del peso.

f.angelini

COMO Se a Pasqua pensate di portare i vostri bambini a fare una gita in Svizzera, prima rispolverate il vecchio seggiolino abbandonato da anni in un angolo del garage, oppure compratene uno nuovo. Dal 1° aprile, infatti, nella Confederazione elvetica entra in vigore una nuova normativa che innalza da 7 a 12 anni il limite d'età sotto il quale chi viaggia in auto deve essere assicurato a «dispositivi di ritenzione omologati», ovvero sedili speciali, seggiolini oppure "ovetti", a seconda del peso. Pena, per chi trasgredisce, una multa di 60 franchi. Con due sole eccezioni: chi ha superato il metro e cinquanta di altezza è esentato dall'uso di questo equipaggiamento e sui veicoli dotati di cinture addominali il limite rimane fermo ai sette anni. È vero che con questa decisione la Svizzera non fa altro che «rifarsi alla nostra normativa, che è poi quella internazionale, nonché una norma di buonsenso», come dice il commissario capo della polizia locale del Comune di Como, Gregorio Nardone. Ma ciò che preoccupa molti genitori comaschi, che magari hanno archiviato il seggiolino da quando il loro figliolo va alle elementari e a volte gli concedono pure di sedersi davanti anche se non arriva al cruscotto, è che oltre confine siano molto più fiscali nel far rispettare la legge e, di conseguenza, che sia molto più facile beccarsi un sanzione. Nardone, per la verità, rassicura circa i comportamenti delle mamme e dei papà alla guida: «Dall'inizio dell'anno - dice - abbiamo accertato diverse violazioni in merito all'uso delle cinture di sicurezza, ma riguardano tutte gli adulti. Evidentemente i grandi sono un po' insofferenti, ma mostrano invece di essere consapevoli di quanto i dispositivi di sicurezza siano importanti per la protezione passiva dei loro figli».

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Giovedì 25 Marzo 2010

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