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Venerdì 26 Marzo 2010
A Como vince il non voto
L'affluenza si ferma al 62.2%
Un elettore comasco su tre non è andato a votare in queste elezioni regionali 2010; Como e provincia sono stati più lontani dalle urne rispetto alla precedente tornata e al resto d'Italia. L'affluenza è calata del 10% rispetto al 2005, ma non solo
«Gli elettori hanno lanciato un brutto segnale – osserva Leonardo Carioni, presidente provinciale e commissario della Lega – la gente è stanca di una certa politica, vuole la politica del fare. In questo periodo, la gente ha i problemi della crisi e del lavoro, è stanca di parole e con l'astensionismo, ha richiamato tutta la politica ad occuparsi dei problemi reali. Le percentuali sui votanti non mi dicono nulla di nuovo: da tempo cerchiamo di essere vicini alla gente e di affrontare le questioni vere».
Il segretario del Pd, Luca Corvi, sottolinea «il forte segnale di sconcerto, proveniente dagli elettori: la politica – afferma – non è più capace di interpretare i problemi dei cittadini. Sono dati che meritano una lettura ed una riflessione approfondita, ma sembra evidente l'astensionismo dei giovani. Le attuali forme – partito hanno difficoltà a rapportarsi con il mondo giovanile. Il Pd sta cercando un messaggio comprensibile e sostenibile da rivolgere ai giovani». Corvi nota che l'astensionismo riguarda più il centrodestra che il centrosinistra, anche in relazione ai problemi locali di Como («l'elettorato ha tenuto conto di come è stata amministrata la città, dalla Ticosa fino al muro»), ma ribatte a distanza Stefano Rudilosso, segretario cittadino Pdl: «Come si fa a dire che si sono astenuti più gli elettori di centrodestra che gli elettori di centrosinistra? – chiede – Aspettiamo con le forzature: per quanto mi riguarda, penso a quelle persone che mi hanno detto di non credere più né nel Centro Destra, né nel Centro Sinistra. E' un piccolo campione, nel giro delle conoscenze, ma il distacco dalla politica è un segnale inequivocabile. Le ragioni? Tante, potremmo soffermarci sulla crisi economica o sulle convulsioni della campagna elettorale. Ma non possiamo non raccogliere il segnale proveniente dai non votanti».
Se l'affluenza fosse andata come a Cavargna, lo scrutinio sarebbe finito a notte fonda: nel 2005, aveva votato il 49,26%. Stavolta, il 61,80%. Ma, con Valrezzo, è l'unico in controtendenza, a meno di considerare lo 0,08 di Blessagno. E Lanzo Intelvi spicca per disaffezione: -24% rispetto a cinque anni fa. Sotto il 50% degli elettori, sono Valsolda, 38,68%, seguito da Bene Lario, Claino con Osteno, Veleso, Schignano, Corrido, San Siro, Casasco, Carlazzo. Oltre il 70%, la punta di Domaso, con l'83,46%. Seguono Figino Serenza, Trezzone, Germasino, Vercana, per citare i primi cinque dei 15 al top. Nei centri maggiori, la perdita più alta è a Mariano Comense, -10,25, più alta della media provinciale di -10,12%, seguono Como -10,12%; Olgiate Comasco, -10,8%; Cantù, -9,78%; Erba, -8,27. In dieci Comuni, la metà o poco più degli elettori è andata a votare. A Pigra, il 50,36. Ma saranno le schede bianche a dare le vere dimensioni dell' astensione.
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