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Martedì 30 Marzo 2010
Pozzi sorpassa Rinaldin:
"E ora un assessorato"
Durano fino alle 22 le speranze di Gianluca Rinaldin di tornare al Pirellone. Poi il dato di Mariano Comense regala il primo e definitivo sorpasso a Giorgio Pozzi, che alla fine (anche grazie al successo nella città capoluogo) stacca il rivale di 2.990 preferenze (16.312 contro 13.322)
I numeri. Il partito di Berlusconi perde circa il 3% dei consensi sia in provincia che a Como città, eppure il coordinatore provinciale, Alessio Butti, si dice soddisfatto: «Siamo contenti perché i sondaggi delle ultime tre settimane non ci davano questi ricchi risultati. È un dato molto positivo, se consideriamo anche l'astensionismo che colpisce soprattutto il centrodestra. Siamo contenti pure per l'affermazione degli amici della Lega che, indubbiamente, in città hanno sfruttato la vicenda del muro che qualche punto percentuale ce l'ha fatto perdere. Però non sono spaventato: abbiamo due anni per lavorare sulla città. E sono ottimista».
Soddisfatto anche il braccio destro di Butti nel partito, il vicecoordinatore ed ex candidato (cinque anni fa) alle regionali Patrizio Tambini: «Se l'elettorato leghista ha votato convinto, il nostro forse ha in parte disertato le urne. Eppure vedo il bicchiere mezzo pieno: le maggioranze che ci sono in Comune, in Provincia e in Regione sono decisamente rappresentative. Il calo del 3%? Sicuramente paghiamo l'aspetto di essere una forza di governo e sulla città la polemica sul muro non ci ha avvantaggiati».
Detto dei numeri, si passa agli uomini: Pozzi che batte Rinaldin. Vertici Pdl contenti? «Direi che entrambi i candidati hanno ottenuto un buon risultato» è il commento di Tambini. Che sulla polemica mossa da Rinaldin riguardo il mancato appoggio da parte del partito afferma: «Non è vero niente. Come vicecoordinatore io sono stato ben felice che ci fossero almeno un paio di candidature forti, perché aiutano tutto il partito. Ma entrambi hanno avuto l'appoggio del Pdl. Siamo tutti della tessa famiglia e le polemiche sono pretestuose: la competizione è il sale della politica». Così Butti: «Il partito ha appoggiato maggiormente Pozzi? È una sciocchezza assoluta». Rinaldin però non ci sta: «È stato sbagliato, anche da parte di Butti, affermare che lui sosteneva Pozzi perché lo aveva detto Berlusconi. Non è vero che il presidente ha espresso una preferenza per il signor Giorgio Pozzi. In ogni caso chi doveva stravincere non eravamo certo noi, eppure qui c'è un dato strabiliante: abbiamo preso più preferenze di cinque anni fa e i numeri dimostrano che è necessario azzerare il coordinamento provinciale del Pdl, perché c'è quasi il 50% del partito che ha dato la preferenza a me». E se il consigliere uscente parla di «campagna elettorale squilibrata» e in alcuni casi anche «scorretta», Giorgio Pozzi chiosa: «A me non interessano le diatribe e le polemiche sterili che non servono a nessuno. Siamo stufi delle persone che ci fanno litigare. A me interessa il risultato. Cinque anni fa feci una campagna molto morbida, questa volta ci siamo mossi in modo diverso e lo testimoniano i risultati».
E sull'avventura milanese avanza una richiesta: «Il voto comasco conferma un suffragio importante a Formigoni, per questo io gradirei che il presidente riconoscesse alla nostra provincia un assessorato, perché se lo merita».
Dunque Pozzi in Regione, Rinaldin fuori. Ma sarà davvero così? Nessuna possibilità di ripescaggio per il consigliere uscente? «Stiamo attendendo i dati delle province di Monza-Brianza e di Pavia, ma mi sembra un po' difficile» dice Alessio Butti. Ma Roberto Formigoni lascia aperto uno spiraglio: «Siamo così sicuri che da Como arriverà un solo candidato Pdl?».
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