Turismo sul Lario:
una timida ripresa

Como: la crisi si fa sentire ancora, ma qualche segnale positivo c'è. Gli addetti ai lavori parlano di «risultati discreti» e di dati «migliori rispetto a quelli registrati durante le festività pasquali dell'anno scorso».

f.angelini

COMO La crisi si fa sentire ancora, ma qualche segnale positivo c'è. Non si può dire che gli alberghi comaschi scoppino, né che i turisti si siano precipitati a prenotare camere per il ponte di Pasqua. Tuttavia, gli addetti ai lavori parlano di «risultati discreti» e di dati «migliori rispetto a quelli registrati durante le festività pasquali dell'anno scorso». Il tasso di occupazione delle strutture oscilla, in questi giorni, tra il 60 e l'80%. «Speravamo in un paio di giornate di sole, avrebbero potuto convincere qualcuno a muoversi all'ultimo minuto - sottolinea Cristina Zucchi, direttore dell'albergo Terminus -. Il clima non ci ha aiutato, abbiamo riempito 6 camere su 10 ma non ci lamentiamo perché si nota un accenno di ripresa e una crescita rispetto a Pasqua del 2009. Nei primi tre mesi non ci sono stati miglioramenti significativi, ma le previsioni autorizzano un cauto ottimismo. I turisti sono per lo più italiani, svizzeri e tedeschi, mentre gli americani finora fanno segnare un calo superiore al 10%». Il direttore del Barchetta, Robert Webber, osserva: «La crisi non è finita, noi ci manteniamo sulla media del periodo, con un'occupazione intorno al 70% che è superiore a Pasqua dell'anno scorso. Predominano gli italiani, poi ci sono alcuni spagnoli, francesi e qualche russo, mentre gli americani restano pochi, complice il dollaro debole. Ma il turismo pasquale è sempre influenzato dal clima: la gente si basa sulle previsioni meteo e preferisce evitare di venire sul lago in giornate piovose». Abbastanza soddisfatto il presidente degli albergatori Alberto Proserpio: «Siamo in linea con i dati tipici del periodo di Pasqua, qualche segnale di fiducia è arrivato e c'è una crescita rispetto ai primi mesi del 2009. Il bel tempo avrebbe consentito di riempire anche le camere rimaste vuote, sotto questo aspetto non siamo stati fortunati. Sul lago, comunque, sono arrivati davvero tanti tedeschi, oltre agli italiani, mentre gli americani scarseggiano».

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Domenica 04 Aprile 2010

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