Il sospetto degli inquirenti:
delitto tra le mura di casa

Gli investigatori ipotizzano che la donna sia stata aggredita in casa, quindi il corpo è stato portato a Como e gettato nel lago, a Nord di Laglio

Gli agenti della scientifica della polizia cantonale hanno setacciato a lungo la villetta di Obino, frazione di Castel San Pietro, dove viveva la donna ripescata nel lago con il cranio fracassato e un profondo taglio alla gola. Gli investigatori svizzeri sono alla caccia delle tracce dell'omicidio. Stando a quanto ipotizzato dagli inquirenti, infatti, il delitto potrebbe essere stato commesso proprio tra le mura domestiche, una villetta a due piani nuova e molto curata, non lontana dal torrente Breggia. Si sospetta che il marito possa aver aggredito la moglie durante una lite, colpendola con violenza alla nuca. Quindi, dopo averla uccisa, ha preso un coltello e avrebbe tentato di mutilarla, per rendere difficile l'identificazione.
«L'ipotesi più attendibile è che la donna sia stata uccisa in casa e che il cadavere sia stato gettato nel lago. Rimane da capire però in quale punto,
ma probabilmente a nord di Laglio», ha spiegato il sergente maggiore Marco Frei, addetto stampa della polizia cantonale di Lugano.

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