E' di Alzate il cuoco
erede di Gualtiero Marchesi

Fabrizio Molteni, 32 anni, è uno degli chef più importanti d'Italia. A a Erbusco è alla guida della brigata di cucina del ristorante dove brilla la stella del maestro della cucina italiana. "A Como pochi locali di buon livello"

f.angelini

ALZATE BRIANZA «Non chiamatemi "il discepolo" o "il prediletto" di Gualtiero Marchesi, sono solo il suo braccio operativo». Anche se quel "solo" è assolutamente riduttivo. Fabrizio Molteni, 33 anni da compiere a luglio, è uno dei cuochi più importanti d'Italia. Ma il suo nome, spesso, non viene ricordato. Perché da Alzate Brianza, dove ha vissuto e dove tuttora vive la famiglia, Molteni si è trasferito a Erbusco dove, in sostanza, è alla guida della brigata di cucina del ristorante "Gualtiero Marchesi", all'Albereta, dove brilla la stella del maestro della cucina italiana, che ha appena compiuto 80 anni. Non ama la luce dei riflettori, Fabrizio Molteni. Ma la sua carriera, nonostante la giovane età, è davvero invidiabile. Dopo i due anni trascorsi al Centro di formazione professionale di Monte Olimpino, si è trasferito in Valle d'Aosta per lavorare. Poi il primo contatto con Gualtiero Marchesi, con uno stage di sei mesi a Erbusco: aveva 17 anni. «Ho lavorato nella brigata guidata da Carlo Cracco, dove c'erano Paolo Lopriore, Enrico Crippa e Andrea Berton». Cuochi che, ora, sono premiati e apprezzati in tutta Italia. «Era una grandissima brigata - spiega -. Io ero apprendista, non pensavo di poter essere assunto». E invece è da qui che inizia la sua avventura con Marchesi. Il Molteni non nasconde la sua amarezza per la situazione della ristorazione nel Comasco. «Il bacino è grande: c'è tanta richiesta, ma purtroppo l'offerta è di livello piuttosto basso. Le nostre zone sono bellissime. Ma pochi riescono a proporre una cucina di alto livello». Il problema è anche di cultura. «La mentalità comasca, in tal senso, è un po' chiusa. Ci sono tante trattorie e pizzerie, ma poche cucine di livello. A Como città, poi, se prima era una valle di lacrime, ora la valle è colmata». Ma qualche speranza per il futuro c'è. «Le scuole stanno lavorando bene - sottolinea -. Noi stiamo collaborando con il "Casnati" di Como e i ragazzi sono molto preparati. Hanno l'impronta giusta, sanno quello che stanno facendo». Ma c'è sempre qualcosa da migliorare. «Bisogna essere diretti, un po' duri e realistici. Il nostro non è un mondo facile. Ai ragazzi dico che, usciti da scuola, non devono pensare che faranno subito un sacco di soldi, ma tanti sacrifici». Ma qual è il sogno di Fabrizio Molteni? «Non lo so. La stella Michelin?

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Sabato 10 Aprile 2010

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