Arrighi uccide Brambilla:
ecco le foto shock del delitto

Como, 1 febbraio 2010, poco dopo le 14: i fotogrammi della telecamera di vigilanza che registra l'omicidio

COMO - Sembra un film in bianco e nero di pessima qualità. L'immagine sgranata. L'audio assente. La trama così violenta da sembrare inverosimile. Non si sapesse da dove arriva quel video, si potrebbe pensare alla pessima sceneggiatura di un folle cortometraggio. Ma non c'è finzione, in quei fotogrammi scoloriti e sbiaditi: sono il tragico racconto dell'omicidio di Giacomo Brambilla.
Testimoniano tutta la furia di Alberto Arrighi, le telecamere dell'armeria di via Garibaldi, a Como, che hanno ripreso interamente il delitto commesso il primo febbraio scorso: ovvero i tre colpi di pistola sparati dal consulente della procura al re dei distributori di benzina, prima, e la terribile mutilazione della vittima, poi.
La telecamera che ha filmato tutte le fasi dell'omicidio è quella puntata sulle vetrinette dei fucili Beretta e che Alberto Arrighi, il giorno prima del delitto, aveva spostato abbassandone l'inquadratura. Sono da poco passate le 14 del pomeriggio del primo febbraio quando si scorge la sagoma di Giacomo Brambilla, vestito con una tuta chiara, allontanarsi a passo sostenuto diretto verso l'ingresso dell'armeria. All'improvviso compare pure Alberto Arrighi, ha l'immancabile capellino da baseball in testa e un giubbino chiaro addosso. La mano destra è dietro la schiena. Quando spunta stringe una pistola. La canna è puntata verso la nuca di Brambilla: partono due colpi.
L'uomo che voleva entrare in società con l'armaiolo di via Garibaldi cade a terra. Arrighi scompare dall'inquadratura, ritorna poco dopo con un sacco della spazzatura che sembra essere stato preparato per l'occasione (questo è ciò che sospettano i giudici del tribunale della libertà, che avevano respinto l'istanza di scarcerazione presentato dai legali del suocero, Emanuele La Rosa, in cella per distruzione e occultamento di cadavere). Brambilla è a terra, ma si ha la sensazione che si muova ancora. E infatti Arrighi gli si avvicina, gli si piazza cavalcioni sulle gambe, gli sfila la pistola dalla fondina che aveva alla cinta dei pantaloni, la impugna e gli spara un terzo colpo, questa volta alla fronte. Uccidendolo.

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