La denuncia: quel concorso
comunale è già segnato

Como: tre consiglieri comunali Roberta Marzorati, Mario Molteni e Alessandro Rapinese sono sicuri di non sbagliare, perché i requisiti richiesti da Palazzo Cernezzi per la scelta il nuovo dirigente del settore Servizi sociali sembrano, a loro dire, per quasi «cuciti su misura per qualcuno».

f.angelini

COMO Lunedì prossimo metteremo in una busta un foglio con il nome della persona che, secondo noi, vincerà il concorso. Faremo protocollare il tutto e, dopo l'assegnazione dell'incarico, la apriremo». I consiglieri comunali Roberta Marzorati, Mario Molteni e Alessandro Rapinese sono sicuri di non sbagliare, perché i requisiti richiesti da Palazzo Cernezzi per partecipare al concorso con cui verrà scelto il nuovo dirigente del settore Servizi sociali sono, a loro dire, per lo meno «curiosi» e sembrano quasi «cuciti su misura per qualcuno». Le candidature dovranno pervenire entro lunedì prossimo, 26 aprile, e proprio quel giorno i consiglieri indicheranno il nome del vincitore: «Leggendo il bando, viene veramente da pensar male - spiega Roberta Marzorati (Lista per Como) - e abbiamo quindi presentato un'interrogazione al sindaco e all'assessore ai Servizi sociali Ezia Molinari per chiedere come mai siano stati fissati requisiti a dir poco restrittivi sul fronte del titolo di studio e molto circostanziati rispetto all'esperienza lavorativa che bisogna aver maturato per poter concorrere. Attendiamo di conoscere le risposte, in ogni caso una volta letto l'elenco dei candidati inseriremo in una busta sigillata il nome del partecipante che, a nostro parere, risulterà vincente. Lo consegneremo alla stampa e in procura. Al termine delle operazioni, in maggio, apriremo pubblicamente il plico e vedremo…». A suscitare perplessità è, innanzitutto, l'esclusione di tutti coloro che non abbiano una laurea specialistica in Pedagogia, Psicologia, Scienze dell'educazione o Scienze sociali: Ma ha lasciato di stucco i consiglieri anche un altro requisito: i candidati devono aver lavorato nell'area Servizi sociali di enti regionali «per almeno dieci anni», oppure di pubbliche amministrazioni «per almeno tre anni», o di strutture private «per almeno sette anni». Proprio quest'ultima indicazione è finita nel mirino: «Perché sette anni? - si chiede Marzorati - Di solito sono cinque o dieci». Infine, i consiglieri sottolineano che, stranamente, il Comune ha chiesto agli aspiranti dirigenti di presentare il curriculum a puro scopo conoscitivo, senza cioè che possa costituire oggetto di valutazione.

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Martedì 20 Aprile 2010

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