Sgarbi: io sindaco di Como
con Clooney assessore

La provocazione del critico d'arte dopo la visita alla mostra di Villa Olmo sulle polemiche per la movida: fornirei a tutti dei tappi per le orecchie perché in un paese democratico ognuno deve potere chiudere la propria attività quando gli pare, anche mai

COMO «Cosa si può aggiungere ancora? Ah, sì, ecco: ho deciso di candidarmi sindaco di Como. Dopo Salemi non posso fare altro, anzi, tutto spinge perché io mi candidi sindaco». E cosa farebbe? «Innanzitutto George Clooney assessore, non si capisce come mai i comaschi non ci abbiano ancora pensato. Bruni in pensione, come è giusto, Sergio Gaddi no, non serve più, ha dato». Ancora: «Fornirei a tutti dei tappi per le orecchie perché in un paese democratico ognuno deve potere chiudere la propria attività quando gli pare, anche mai. Guardiamo tanto agli Stati Uniti, li copiamo, lì puoi trovare tutto a qualsiasi ora». Il riferimento, naturalmente, è al provvedimento “anti movida” che potrebbe abbattersi sui locali della città. Così parlò Vittorio Sgarbi, domenica, circa venti minuti dopo l'una di notte: ha appena finito di visitare la grande mostra e si rilassa sui divani assieme all'assessore comasco e al piccolo entourage che ha seguito il politico critico nella nuova incursione notturna («L'ho detto più volte: faccio aprire i musei e le mostre di notte così rompo le scatole a un solo individuo, l'organizzatore, e non a tutti quelli che sarebbero disturbati dalla mia presenza»), ormai un appuntamento fisso a Villa Olmo. Lo rivedremo a Palazzo Cernezzi? Il Municipio resterà aperto 24 ore su 24 per dare il buon esempio? La città sarà invasa da commercialisti ex politici disoccupati? Lo dirà il tempo.

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