Il vescovo in chat: Dio
spiegato male ai ragazzi

Como: monsignor Coletti dialoga sul sito della diocesi. Risponde a 18 persone in un'ora e si firma sempre Diego. "Presentiamo il Padreterno falso, padrone e giudice, ma lui è amore"

f.angelini

COMO Ogni tanto il vescovo inciampa nel web, e ci scherza sopra: «Caro Pietro, questa volta la cibernetica ci ha tradito: avevo scritto due pagine di risposta che sono andate inspiegabilmente perse». Ma per il resto monsignor Diego Coletti chatta che è un piacere, sul sito della diocesi, con una rapidità nella battitura lo avvicinano ai fedeli. Risponde a 18 persone in un'ora e si firma sempre Diego. A Pietro che chiede come mai i giovani abbandonano Dio risponde: «Perchè noi adulti presentiamo loro un Dio falso, padrone e giudice, e non un Dio che è amore». A chi fa notare la differenza tra «l'importanza data all'apparire dalla società mentre e la necessità di andare all'essenza della Chiesa» e di quanto questo pesi «sui percorsi fidanzati in cui tentiamo di dare una mano come coppia», monsignor Coletti risponde: «Caro Felice, condivido in pieno la tua osservazione sul pericolo di un linguaggio ridotto ad immagini e a esteriorità. Ho l'impressione che i nostri ragazzi (e anche noi!) siano sempre meno capaci di raccontarsi e raccontare. Gli abbiamo tolto la parola, sostituendola con l'emotività delle immagini. Non abbiamo più parole perchè non ci impegnamo nella lettura. Non leggiamo perchè abbiamo sostituito il pensare e il capire con il semplice accumulo dei dati e delle informazioni. Esattamente il contrario di quanto ci propone il Vangelo: una parola che si è fatta carne e che esige di essere "abitata" per conoscere la verità ed essere liberi» A chi chiede suggerimenti, monsignor Coletti risponde: «Cara Mariangela, niente può sostituire il primato della preghiera, soprattutto quando si nutre della lettura meditata delle Scritture ed in particolare dei Vangeli. Si tratta di affondare le radici nel terreno che rende feconda tutta la nostra attività e ci consente di farci prossimi a quelli che stanno ai margini invitandoli a venire a casa».

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Mercoledì 21 Aprile 2010

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