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Sabato 24 Aprile 2010
Da orti abusivi a parcheggio:
protestano i pensionati "sfrattati"
Accade a Mariano: "Se il Comune vuol mandarci via faccia pure ma prima aspetti il raccolto"
Il caso è scoppiato nei giorni scorsi quando il municipio di piazza Manlio ha affisso sulle recinzioni degli orti un foglio con il quale invitava i responsabili delle coltivazioni, circa una decina di persone, a presentarsi al settore urbanistica ed edilizia privata per «comunicazioni che riguardano l'area in questione».
I contadini per hobby e per passione non si sono fatti attendere, ma la notizia che hanno ricevuto li ha lasciati con un palmo di naso: in breve devono andarsene da lì perché quell'appezzamento è di proprietà comunale e nessuno è stato autorizzato a trasformarlo in orto.
«E' vero, la proprietà del terreno è del comune e non abbiamo in mano nulla che dimostri un nostro presunto diritto a realizzare le piccole coltivazioni - spiega Vittorio Fastiggi, residente in via Don Sturzo 37 nella casa che confina proprio con l'appezzamento di terra in questione -, ma su questa vicenda si poteva agire in maniera diversa».
Fastiggi, che parla a nome anche degli altri “colleghi” contadini per diletto, fa alcune precisazioni: «Da una parte dovrebbe essere il comune a ringraziare noi che ci siamo premurati di sistemare un pezzo di terreno lasciato in totale stato di abbandono per tanti anni: nessuno veniva a tagliare l'erba e il prato si riempiva di bisce e vipere che poi entravano nelle case confinanti, compresa la mia. Da oltre vent'anni, invece, noi con questa soluzione degli orti abbiamo decisamente riportato ordine e pulizia nel comparto».
Fastiggi, però, non si nasconde dietro a un dito: è consapevole di essere un “abusivo” e che quel terreno comunque non è suo, ma semmai di tutti i marianesi, e che soprattutto dal comune nessuno ha mai rilasciato un'autorizzazione per quel tipo di utilizzo.
«Il comune si vuole riprendere il terreno? Perfetto, non ci sono problemi, però avrebbe potuto anche dircelo a novembre così nessuno di noi impiegava tempo e denaro per la nuova semina: a questo punto almeno che ci lascino tranquilli fino a settembre od ottobre, quando la stagione sarà finita e il raccolto concluso, perché per noi sarebbe davvero una beffa oltre che un danno. Invece sembra che il comune abbia urgenza di sfrattarci: in municipio ci hanno detto che fra dieci giorni riceveremo una lettera con le tempistiche che dovremo rispettare per andarcene via».
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