Debiti con le banche
La stamperia va all'asta

Como: è fissata per il 3 giugno prossimo la vendita giudiziaria dell'ex Selene di via Breccia. Un'azienda nota, che aveva tenuta alta la sfida e aveva superato anche la crisi degli anni '80

f.angelini

COMO Un altro pezzetto di storia industriale comasca va all'asta: è fissata per il 3 giugno prossimo la vendita giudiziaria dell'ex stamperia Selene di via Risorgimento al numero 21 di Breccia, in un comparto geografico che ha già subito analoghe vicende. Una stamperia nota, che aveva tenuta alta la sfida e aveva superato anche la crisi degli anni '80, diversa da quella di oggi, ma che aveva pur sempre praticato una dura selezione tra le imprese tessili ed in particolare le tintostamperie. Allora, la Stamperia Selene, 60 dipendenti, aveva un fatturato annuo fra i tre e i cinque miliardi di lire, lavorava su macchine piane o combinate e tavoli ogni tipo di fibra, ma prima di tutto la seta, nell'area mondiale del filo d'oro. È chiusa dal 2007, perché alle difficoltà normali di mercato di un settore, quello della stampa, esposto alle incertezze e ai capricci della moda, si sarebbero aggiunti gravi problemi finanziari per il titolare, Giovanni Facchetti, vittima di mancati pagamenti e di consulenti che non l'avrebbero consigliato giusto. Ora sarebbe all'estero. «Il mio assistito è parte lesa», si limita ad affermare l'avvocato Giancarlo Ferrara che ha seguito e segue molteplici storie aziendali in un distretto concatenato, dove le sorti sono molto spesso reciprocamente legate le una alle altre. Nel caso specifico Ferrara non si pronuncia, ma lascia intendere di essere al lavoro per ricostruire la vicenda che ha portato alla crisi della fabbrica di via Risorgimento prima e alla successiva esecuzione immobiliare forzata. Sarebbe una banca ad avere richiesto il pignoramento dell'immobile, e il giudice del tribunale di Como Paola Parlati ha disposto la vendita all'asta dei fabbricati per una superficie complessiva di 5.490 metri quadrati fra piano terra e primo piano, alloggio e terreni. Un'accurata perizia dell'architetto Simona Morabito descrive lo stato dei luoghi e ne valuta il valore, 929.000 euro, anche alla luce delle indicazioni del piano regolatore: sono consnetite destinazioni per attività industriali e artigianali, commerciali e direzionali, i vincoli sono ambientali, cioè l'intervento è assoggettato ad autorizzazione paesistica. Ma qualche anno fa, secondo quanto si era appreso, di fronte alla necessità d'ampliamento della struttura, era stato opposto uno stop per il vincolo cimiteriale. Secondo la perizia, i fabbricati, attualmente in disuso ed inagibili, sono da abbattere.

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Domenica 25 Aprile 2010

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