Agguato a colpi di pistola
Il ferito è fuori pericolo
Merone: se la caverà Luigi Di Pinto, assalito in auto a pochi metri da casa. . Le ricostruzioni balistiche dei carabinieri danno conto di un mezzo miracolo: intanto perché nessuno dei colpi ha leso organi vitali, e poi perché la percentuale di quelli andati a vuoto è altissima
Vedi documenti allegati
Un certo pessimismo filtra, invece, a margine dell'inchiesta avviata per identificare sicari ed eventuali mandanti. L'album dei potenziali nemici è fitto di nomi, gente che con Di Pinto, negli anni più bui della sua vita recente, hanno condiviso avventure e disavventure giudiziarie. Si pesca soprattutto nel bacino dei suoi trascorsi, negli anni in cui, prima di mettere la testa a posto e di affiancare il suocero come operaio nei cantieri della ditta di famiglia, veniva arrestato per spaccio di cocaina tra le province di Como e di Lecco. L'indizio più macroscopico è in fondo nella dinamica dell'agguato, teso con modalità che richiamano altri luoghi e altri accenti. L'imboscata in macchina, le pistolettate quasi a bruciapelo, la fuga a rotta di collo verso Rogeno e le fiamme appiccate alla macchina per far sparire impronte, tracce, indizi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA