Blitz nell'ex Ticosa
Sgomberata la bidonville

Intervento della polizia locale. Tre persone identificate (due romeni e un tunisino). Recuperati quintali di rifiuti

COMO Le sette sono passate da un bel po' e nel grande spiazzo della ex Ticosa le moto e le macchine della polizia locale sono il segnale che l'ora «x» per lo sgombero del campo rom a cielo aperto è scattata. Gli agenti aprono la porta della ex centrale elettrica che conduce in una casa arredata con ancora un pentolone ricolmo di minestra. Poi vanno sotto il Cosia ed escono con due rumeni. Controllano le carte d'identità. Regolari con scadenza 2066 («in Romania si fa così, per ridurre la burocrazia» spiegano i due). Contemporaneamente entrano in azione le squadre di Acsm Ambiente con il mezzo con le benne che solleva di tutto. Divani, poltrone, specchi, coperte, pentole (decine), piatti, un tavolo apparecchiato (con tanto di tovaglie) e poi centinaia di vestiti, scarpe, stracci. La grande pinza raccoglie tutto e sposta il materiale nell'enorme container fermo a lato. Da sotto il ponte del Cosia gli addetti diAcsm Ambiente rimuovono qualunque cosa.  I due rumeni restano seduti poco lontano (uno ripete che "vive" lì da anni e anni). Gli agenti della polizia locale, che hanno gestito tutta l'operazione (non c'era infatti la polizia di Stato), si spostano poi a controllare i camion abbandonati nell'area rialzata di via Regina. Tra l'erba spunta più di un topo. Di scatto aprono la portiera e trovano un tunisino che dorme. «Cosa fai qui? Lavori? Hai i documenti?». E l'uomo risponde: «Il mio capo mi ha detto di dormire sul camion, perché così non rubano nulla». Ma quel camion non ha più le ruote, non ha nemmeno la targa, la parte anteriore e, ovviamente non ha carico (se non una fotocopiatrice vecchissima). Come quel camion ce ne sono altri. Vuoti. In tutta l'area Ticosa di solito ci sono almeno una decina di disperati che vivono lì. La polizia locale ne identifica tre, mentre tutti gli altri forse erano già usciti dai cunicoli colmi di immondizia. Ovunque lo stesso odore nauseabondo con resti di cibo, escrementi e cartacce. La grande pinza continua a lavorare stritolando sedie, altre poltrone, coperte. In una delle "stanze" c'è un mazzo di fiori. Alla fine della giornata la grande pinza avrà raccolto 108 quintali.

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