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Martedì 04 Maggio 2010
Travolto da un'auto pirata
Non potrà avere giustizia
Rovellasca: la triste vicenda Aberrahim Mazouz, un giovane marocchino che nel luglio 2004 aveva perso la vita, quando aveva 19 anni, in un incidente stradale.
A distanza di quasi sei anni, la storia si può considerare conclusa, sia sotto il profilo penale (venne archiviata nel 2007 su richiesta del pm in quanto non venne mai identificata l'auto coinvolta) e anche dal punto di vista civile, in quanto in primo grado gli eredi non hanno ottenuto un risarcimento dal Fondo vittime della strada e sono scaduti i termini per fare ricorso in Appello. La storia della vita Aberrahim Mazouz, operaio di 19 anni, finiva la notte del 16 luglio del 2004 sulla provinciale 31 a Rovellasca quando, scivolando sull'asfalto bagnato dalla pioggia con il suo motorino Aprilia, andava nella corsia opposta dove proveniva un'auto, che lo avrebbe investito. Un testimone aveva visto tutto e aveva riferito alla polizia stradale di Como come l'auto, poi fuggita, doveva essere una Clio di colore grigio, della quale aveva memorizzato due numeri della targa. Le indagini non avevano però portato all'identificazione né della vettura, tantomeno del conducente. Da qui era iniziata la seconda fase di questa triste storia, che ha visto prima l'archiviazione nel 2007 per quanto riguardava l'aspetto penale e, poi, nel marzo nel 2009 il rigetto da parte del giudice civile della richiesta di risarcimento danni agli eredi da parte del Fondo vittime della strada. «Siamo veramente molto amareggiati - è il commento di Abbes Mazouz, 32 anni di Bregnano, fratello maggiore di Aberrahim - perché non è stata fatta giustizia. Dopo l'incidente, eravamo certi che prima o poi l'automobilista sarebbe stato rintracciato e invece non è stato così. Eravamo anche certi che avremmo ricevuto un giusto indennizzo per la morte di mio fratello e invece nemmeno quello: non vedo giustizia in tutto questo, mi viene voglia di lasciare l'Italia».
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