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Mercoledì 12 Maggio 2010
Maltempo, l'allarme di Coldiretti
"L'agricoltura è in ginocchio"
Troppa pioggia, persi 75 quintali di mais per un valore di oltre un milione di euro. Annunciato un aumento della cassa integrazione del 50%. Resta invenduta la metà delle piante nei vivai. Previste tensioni sui prezzi della verdura
Il maltempo sta rovinando pure la microeconomia di famiglia e se è rammarico per la verdura di casa che non cresce, è invece allarme per Coldiretti Como che riassume così la situazione: «Imprese agricole e manutentori del verde in ginocchio. Aumenta del 50% la Cassa integrazione. Meno 40% di patate, mais da riseminare, vendite dimezzate di piante». È un vero e proprio bollettino di guerra che prosegue: «Meno 25% di mais, malattie di natura funginea nel frumento, blocco totale di manutenzione del verde. Dimezzate le vendite di piante da fiore nei garden, maggiori costi di riscaldamento nelle serre, verdure a pieno campo distrutte, peggior qualità del fieno maggengo, tradizionalmente il taglio più importante».
Dieci giorni di pioggia ininterrotta sono arrivati dopo un inverno posizionato al secondo posto nella classifica dei più piovosi degli ultimi 30 anni. «Basta guardare le nostre campagne allagate e fare visita ai garden delle nostre imprese dove si trovano invendute la metà delle piante, come gerani, fior di vetro, begonie, petunie o le semplici piantine da orto che in questi periodi vanno a ruba», dice il presidente di Coldiretti, Alberto Pagani. Spiega che nella sola provincia di Como, sono stati seminati appena un migliaio di ettari a mais, mentre 2.500 ettari sono ancora da seminare. «Questo significa - traduce in cifre - che le semine ritardate produrranno una perdita secca di 75.000 quintali di mais per un valore di oltre un milione di euro e che si dovrà procedere alla risemina di circa 1000 ettari con nuovi costi per 300.000 euro».
E il direttore di Coldiretti, Tino Arosio, aggiunge che c'è un altro settore in ginocchio, quello della manutenzione del verde dove i lavori sono fermi. «Non si può lavorare – afferma Arosio – e sono raddoppiate le domande di cassa integrazione per gli operai agricoli. Il maltempo, inoltre, ha fatto abbassare drasticamente le temperature e nelle serre, per salvare le piante, sono ripartite le caldaie. Mai, a metà maggio, il riscaldamento ha funzionato nelle serre, con l'aggravio, quest'anno, che il maggior consumo di gasolio si accompagna ad un ulteriore maggior costo a causa dell'eliminazione delle agevolazioni sulle accise». I prodotti agricoli nostrani potrebbero subire tensioni sui prezzi, come nell'estate delle zucchine, il 2003, quando fu la siccità a compromettere i raccolti. E la cucurbitacea diventò l'emblema dei problemi nelle campagne che arrivano fino ai consumatori, ma quest'anno i problemi sono precoci, precocissimi, iniziano ancora prima che spuntino le piantine.
Ma tutto questo dimostra, ancora una volta, il valore del settore primario, quello agricolo che dà inizio alla catena agroalimentare. Nella nostra provincia, è un settore definito «cedente», sono troppe le difficoltà e la stessa superficie agricola è calata del 12% in cinque anni. Chi ha resistito, in questo 2010, si trova di fronte ad un avversario storico e sempre nuovo: il maltempo. «Il nostro è un lavoro così - conclude Pagani - troppe sono le variabili da cui dipendono le sorti delle nostre imprese. Per questo, in situazioni eccezionali, si devono dare risposte certe al nostro settore».
Maria Castelli
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