Il caso Cà d'Industria in procura
Le opposizioni: troppe stranezze

Nelle 23 pagine depositate in tribunale gli esponenti di minoranza ricostruiscono le tappe che hanno portato all'appalto e contestano le procedure seguite per la gara, che reputano «illegittima e nulla» a causa di «gravissime irregolarità»

COMO - Caso Ca' d'Industria, l'opposizione presenta un esposto in procura. I consiglieri di Pd, Lista per Como, Paco, Rifondazione e Gruppo misto chiedono alla magistratura di verificare se nella vicenda dell'affidamento del servizio cucina a una società esterna «si configuri o meno la sussistenza di reati», ribadendo «l'anomalia di quanto accaduto». Nelle 23 pagine depositate in tribunale gli esponenti di minoranza ricostruiscono le tappe che hanno portato all'appalto e contestano le procedure seguite per la gara, che reputano «illegittima e nulla» a causa di «gravissime irregolarità».

Marcello Iantorno (Pd) spiega: «Il cda di Ca' d'Industria ha motivato la scelta dell'esternalizzazione con la necessità di risparmiare, invece si ritroverà a sostenere 3,1 milioni di costi in più in 10 anni. Per scoprirlo basta confrontare il prezzo proposto dalla società vincitrice, la Fms, con quello della seconda classificata, la Inservio. Inoltre non è stato rispettato il codice degli appalti e si è affidato il servizio a una società che non ha mai fatto catering, ma si occupa di distributori di merendine e pertanto non doveva essere nemmeno invitata. Le anomalie sono decine. Gli inviti per la gara partono il 19 febbraio e il termine è il 24, con di mezzo sabato e domenica; di fatto si danno solo due giorni di tempo». E ancora: «Nei documenti di presentazione, Fms dice di far parte del gruppo Serist, invece sono società diverse. Ma la commissione di gara ha assegnato a Fms punteggi che fanno riferimento alle caratteristiche di Serist».

«Non appena viene sollevato il problema dell'assenza di legami tra le due società - ricorda il capogruppo Pd, Luca Gaffuri - compare, guarda caso, un  contratto di “avvalimento”, tra l'altro con data incerta. E mi sembra a dir poco strano che nel contratto sia previsto il pagamento tramite Rid, non lo si fa mai per cifre alte». Vincenzo Sapere (Gruppo misto) e Roberta Marzorati (Per Como) si dicono preoccupati per la qualità del cibo destinato agli anziani, «conseguenza della centralizzazione in un'unica cucina. Non si possono giustificare parlando dell'ispezione dei Nas - dice Sapere - perché l'Asl dopo pochi giorni e un'imbiancatura ha autorizzato la riapertura».
«Le buste della gara non sono state aperte pubblicamente - chiude Iantorno - e nell'appalto figurano condizioni che comportano spese aggiuntive per la fondazione. Si dice, per esempio, che l'azienda dovrà garantire in ogni caso 182mila giornate alimentari l'anno per gli ospiti e 30mila per i lavoratori, anche se il numero dei presenti dovesse diminuire». Intanto, questa sera in consiglio comunale approda la mozione di censura nei confronti del sindaco presentata dalle opposizioni, che accusano Bruni di non aver revocato i membri del cda di Ca' d'Industria nominati dal Comune, sebbene lo chiedesse una delibera votata in aula il 19 aprile scorso.
Mi. Sa.

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