COMO - (l.c.) Il personaggio è indubbiamente folkloristico. E ci tiene anche abbastanza a presentarsi come tale, stando a quanto si è letto di lui soprattutto nel momento in cui ha tentato di comperare il Torino. Una vita cominciata da emigrante, ha lasciato la Puglia - dove è nato nel 1941 a Lucera - nel 1959 a 18 anni per lavorare un po' in giro per il mondo e trasferirsi a Torino 40 anni fa, tifoso granata. Muratore, autotrasportatore, barista, un po' di tutto. Famiglia numerosa, ha nove figli, imprenditore nel settore della ristorazione, vive in un castello vicino a Torino, protagonista di qualche querelle giudiziaria legata alla sua attività imprenditoriale, ma ricco ereditiero di una vera e propria fortuna. Pare 600 milioni di euro. Da un parente misterioso. Di mezzo c'è anche una questione legata alla famiglia Savoia: oltre a essere un fervente monarchico dichiarato, a un certo punto si è parlato anche di una vicenda di parentela con la famiglia reale, una causa di riconoscimento di paternità che qualcuno ha accostato a quei tanti soldi arrivati tra capo e collo. Un capitolo romanzato della sua storia, certamente non l'unico. La ristorazione resta l'investimento principale di Ciuccariello, che però opera in vari settori e da tempo ha il pallino del calcio. Operazione che ha tentato di concretizzare con la sua squadra del cuore, ilToro, ma non è riuscito a concluderla. Ha poi provato con altre società, tra cui il Foggia, ma pare che lo abbia dissuaso la pesante situazione debitoria della società pugliese. Nel momento in cui voleva comprare il Torino, si parlava di un investimento - questo era stato detto da lui - di 100 milioni di euro, tra acquisto e successivo mercato. Il Como, va da sè, costa molto meno. Un mercato a quei livelli in C1 sarebbe faraonico. Ma tutto sembra roboante nella vita di Ciuccariello, dal castello all'eredità alle citazioni in tribunale, fino alla famiglia reale. Vedremo.