Vocabolario, un mondo che cambia

Da "kebabbare" a "botulinato", come si trasforma il repertorio del nostro linguaggio

b.faverio

Vocaboli a portata di mano sull'i-phone: questa la novità di tutte le nuove pubblicazioni dei più famosi dizionari italiani, dal Devoto-Oli 2011, che presenta 150 mila definizioni, 20 mila locuzioni e oltre 500 neologismi al Treccani, che ha un'impostazione di tipo encicolpedico e propone 500 mila lemmi e locuzioni, al Sabatini-Coletti, allo Zingarelli. Uno dei motivi di vanto delle diverse pubblicazioni è l'offerta dei neologismi, ovvero quelle parole che sono entrate nella comunità dei parlanti ma non sono ancora state registrate nei dizionari. Va da sé che, una volta accolti, perdono il loro status di parole nuove. Un esempio su tutti: il kebabbaro (inserito nel Devoto-Oli 2011, presentato a fine aprile alla Società Dante Alighieri di Roma dai curatori Luca Serianni, Maurizio Trifone e Nicola Piepoli): il termine nasce dall'enorme successo riscontrato dal kebab, pietanza reinventata in panino dalla comunità turca di Berlino, e sta ad indicare i venditori e i piccoli bistrot che si moltiplicano nelle nostre città. A qualcuno il termine non piacerà, ma meglio metter da parte tutte le manie puriste: la lingua è come la vita, evolve in continuazione. Impossibile bloccarla. I primi ricettori di questa dinamicità sono i giornali e, in generale, i media, che funzionano come catalizzatori nell'accogliere le nuove mode provenienti dalla politica, dal fashion sistem, dal costume, oltre ad essere, ovviamente, una fucina creativa di per sé. Pensiamo a tutti i termini creati per spiegare alcuni recenti cambiamenti avvenuti nel contesto politico italiano: bipartisanismo è uno di questi e proviene dall'inglese bipartisan, indicando la sempre maggiore polarizzazione del sistema politico in due partiti contrapposti, favorita dal sistema dal passaggio dal sistema elettorale proporzionale a quello maggioritario. L'espressione "effettività della pena" ci passa sotto gli occhi senza destare particolari sospetti, ma attenzione: anche se sembra di vecchia data, non lo è. Alla corruzione politica afferiscono altri nuovi e ingegnosi termini: fannullonismo, leadercrazia, manipulitismo, mercatismo, poltronismo e castista. Verrebbe da dire, e non a torto, che la politica (almeno quella italiana) sia un fenomeno talmente stupefacente da mettere in crisi la pur non limitata disponibilità della lingua di Dante. Il costume, ovviamente, è un'altra miniera di nuovi termini. La società sta cambiando, questo è innegabile, e la lingua, prontamente, le va dietro. Nessuno avrà dubbi sul significato del termine botulinato, dal momento che la pratica di appianare le rughe con il botox (tossina che spaventava le nostre vecchie massaie, e ora galvanizza le fantasie giovanilistiche delle donne moderne) viene pubblicizzata a destra e manca. Ci sono poi di quelle che mettono i brividi solo a sentirle nominare, e il caro-mutui è certamente una fra le peggiori in questo senso. Dietro ogni espressione si cela un orizzonte concettuale, ma, quando questo tocca il portafogli, può avere ripercussioni davvero poco piacevoli; è normale che i cittadini aborrano. Dal mondo dello spettacolo, poi, giungono nuovi termini che mettono in guardia rispetto alla qualità dei prodotti offerti: eppure i cinecocomeri delle volte sono apprezzati più dei film impegnati, forse, appunto, perché meno impegnativi. Un uomo piacerà poco se affetto da primadonnismo e una donna, per quanto bella, svallettandoperderà parte del suo fascino (se non tutto). E che dire della cultura? La nostra epoca non brilla per particolare rispetto verso quel patrimonio che si vuole intoccabile, quindi occorrerà stare in guardia dalle azioni ammazzacultura, a meno che non si voglia rischiare un culturicidio vero e proprio. Il beneculturalismo sarà anche passato di moda, osteggiato e, forse, sbeffeggiato; eppure sembra ancora un atteggiamento responsabile e, tutto sommato, fruttuoso. Da ultimo, i mezzi tecnologici hanno una notevole influenza sulle nostre vite, diventando, oltre che utili strumenti per il lavoro, anche dei simpatici passatempo. Per esempio voi, nel vostro tempo libero, cosa preferite, skypare o taggare un amico sulle foto caricate (o uploadate) su Facebook? Ai posteri l'ardua sentenza, in ogni caso: va da sé che verso i neologismi esiste un rapporto di odio-amore, perché, se è vero che ad alcuni fanno rizzare i capelli, ad altri piace ritrovarseli nelle nuove edizioni dei dizionari, che spesso giocano la loro campagna marketing a suon di new entries.

Laura Di Corcia

Homepage

Giovedì 03 Giugno 2010

Vocabolario, un mondo che cambia

b.faverio

Sezioni

Settimanali

Territorio

Sport

Chi Siamo

Servizi