Paratie, i progettisti attaccano
«Sono brutte e scomode»

Dure le critiche dei tre "padri" del progetto originario. Ugo Maione, Renato Conti e Carlo Terragni, maestri nelle opere dell'ingegno, hanno affidato le loro opinioni all'ultimo numero del notiziario degli Ingegneri di Como

COMO - «È stato stravolto. Ma il progetto originario contro le piene e per il nuovo lungolago «se unitariamente realizzato, avrebbe assicurato alla città un momento di grande modernità»: lo scrivono sull'ultimo numero del Notiziario degli Ingegneri di Como, i tre autori, Ugo Maione, Renato Conti e Carlo Terragni, maestri nelle opere dell'ingegno. Maione e Terragni sono ingegneri; Conti è architetto e trattano insieme della loro creatura, forse la più grande della rispettive carriere, sul Notiziario di categoria sempre ricco di informazioni accessibili, benché rivolto ad un pubblico di intenditori dal punto di vista tecnico ed estetico. Lo fanno non per polemica, «ma per contribuire alla lettura degli avvenimenti che hanno modificato il progetto originario da noi predisposto per incarico dell'amministrazione comunale e nell'interesse di Como», scrivono. Precisano subito che «l'obiettivo del progetto era e resta la difesa idraulica della città. Utilizzando alcune strutture destinate a tale finalità, in realtà il progetto proponeva, di nostra iniziativa, la riqualificazione di tutto il lungolago». Consisteva nell'allargamento della fascia lacustre con uno spessore variabile da 15 a 20 metri, «con utilizzo, in considerazione dei prolungati periodi di riposo, di paratie mobili con funzionamento automatico a ventola ed impiego di materiali di pregio, sia per quanto riguarda le superfici verticali lungo tutto il fronte lago, murature in pietra a vista di Moltrasio, sia per quanto riguarda le superfici orizzontali». E com'è andata a finire? «Nel corso dei lavori, l'Amministrazione comunale - continuano - ha predisposto, di propria iniziativa, una serie di varianti che di fatto costituiscono un nuovo progetto assai frammentario, formato dalla casuale aggregazione di istanze di provenienza diversa. Predisposto con un'improvvisata, nuova, ricca dotazione di finanziamenti da parte della Regione Lombardia che, pur realizzando gli obiettivi di difesa idraulica, offre una connotazione ambientale diversa e a nostro avviso meno pregevole rispetto alla soluzione individuata dal progetto originario». Elencano i problemi: i pannelli prefabbricati di rivestimento; la linea di difesa sul marciapiede; il «rilevante disturbo visivo e l'impedimento della fruizione dello spazio pedonale» dei piloni di sostegno delle paratie. «L'utilizzo di panconi in alluminio con posizionamento manuale, per l'elevato numero di elementi, comporterà per la messa in atto un complesso sistema di gestione, nonché un rilevante impatto ambientale durante le emergenze», osservano. Non da ultimo, «l'abolizione della grande traccia plastica di Francesco Somaini». Accennano alla «costante preoccupazione del Comune di contenere i costi nell'ambito del finanziamento disponibile», ma il risultato è questo:«la soluzione proposta è peggiorativa rispetto al progetto esecutivo da noi predisposto». C'è però il Concorso internazionale di architettura: «Ma avrà minimi spazi - concludono - in considerazione degli elementi già definiti ed immodificabili, minime possibilità per incidere in maniera significativa sul risultato finale».
Maria Castelli

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