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Venerdì 04 Giugno 2010
Ennesima maxi frode fiscale
Occultati più di 110 milioni
Tre persone denunciate dal Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza al termine di una complicata indagine su una società trasferita all'estero (negli Usa) in modo del tutto fittizio. Si parla di evasione per 30 milioni di Iva e per 80 di imposte dirette
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Le persone denunciate sono tre, tutte per frode fiscale realizzata attraverso l'emissione e l'utilizzo di fatture false, l'occultamento dell'intero impianto contabile e la mancata presentazione delle dichiarazioni obbligatorie.
L'indagine prese origine da una pregressa attività di polizia giudiziaria eseguita nel 2008 sempre dai finanzieri del Nucleo, nei confronti di un sodalizio criminale che coinvolgeva ben 21 società e 37 persone, tutte già denunciate per una frode fiscale di oltre 300 milioni di euro.
Nel corso delle nuove indagini, l'attività veniva focalizzata su alcuni aspetti sintomatici di «anomalie» nella gestione societaria, tra i quali i frequenti cambi di sede, l'assenza di strutture logistiche-operative, la mancanza dell'impianto contabile, ed infine, l'avvenuto trasferimento della sede legale nel Delaware, piccolo paradiso fiscale negli Usa.
È stato anche possibile accertare un cosiddetto caso di «esterovestizione», ossia localizzazione fittizia della residenza fiscale di una società italiana in uno stato estero a fiscalità agevolata, con l'obiettivo di sottrarsi agli adempimenti tributari previsti - al contrario -dall'ordinamento nazionale. Nello specifico, veniva dimostrato che l'avvenuto trasferimento all'estero della società comasca era soltanto “cartolare”: in realtà la società aveva continuato ad avere in Italia l'oggetto dell'attività dell'impresa ed il proprio «centro di direzione effettiva», inteso quale luogo in cui effettivamente venivano prese le decisioni in ordine agli accadimenti economici ed amministrativi. A ulteriore conferma della fittizietà del trasferimento all'estero della società i finanzieri scoprivano che il sito internet, attraverso il quale era svolta l'attività economica della società in questione, soltanto virtualmente era ubicato all'estero mentre in realtà veniva aggiornato attraverso collegamenti alla rete effettuati nel territorio nazionale.
In tutto sono stati scoperti 110 milioni di euro, che saranno ora soggetti a tassazione con le regole dal Fisco italiano, per oltre 110 milioni di euro.
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