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Domenica 20 Giugno 2010
Ospedale: S. Fermo con Mascetti
"I confini non si toccano"
Documento del consiglio comunale che ribadisce «l'indisponibilità a qualsivoglia modifica del territorio del comune», rivendicando «il rispetto della propria autonomia su un piano di assoluta parità fra enti locali sanciti dall'articolo 114 della Costituzione»
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E' la sera di venerdì, dai banchi del consiglio comunale nella sala polifunzionale di via Lancini arrivano osservazioni sulla vicenda dell'anagrafe, dei confini e del rispetto dell'accordo di programma del 2003 tra il comune di San Fermo, quello di Como e l'azienda ospedaliera per la realizzazione del nuovo ospedale di Como.
Analisi accurate, considerazioni che superano i luoghi comuni del muro contro muro tra i due sindaci, Mascetti e Bruni, e vanno oltre, approvando all'unanimità un documento ufficiale che sancisce le intenzioni del consiglio sulle questioni del nuovo ospedale.
Il documento emesso dal consiglio comunale richiama la delibera 69 del 20 ottobre 2003, quella con cui a maggioranza si acconsentì alla localizzazione in via Ravona del nuovo ospedale. Evidenzia come le problematiche legate ai servizi dello stato civile, meglio note come questione anagrafica, erano state già affrontate il 27 maggio 2003, delibera 51, e le decisioni a tal proposito erano state inviate nel successivo mese di luglio con una nota, la numero 5488, al governatore Formigoni, al presidente Carioni, al direttore Mentasti al sindaco Bruni e al vicesindaco di Montano Lucino.
Tutti gli attori erano al corrente e nel documento si legge: «Il dottor Bruni (il sindaco di Como, Stefano Bruni,, che adesso chiede la modifica territoriale, con nota del 15 ottobre 2003 impegnava il comune di Como a continuare ad espletare tutte le formalità per le nascite e le morti avvenute nel nuovo ospedale e a non far gravare su San Fermo della Battaglia oneri di sorta per tali procedure, frase poi trasfusa nell'accordo di programma».
Il consiglio comunale ribadisce «l'indisponibilità a qualsivoglia modifica del territorio del comune», rivendicando «il rispetto della propria autonomia su un piano di assoluta parità fra enti locali sanciti dall'articolo 114 della Costituzione». ».
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