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Giovedì 24 Giugno 2010
Scuola, Como dice addio
all'ultimo tempo pieno
Le maestre contestano il ministro in una lettera. «Restano le 40 ore, ma i tagli stravolgono il progetto didattico. Una beffa per le famiglie»
Le maestre del tempo pieno hanno scritto una lettera al ministro Gelmini e al dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale, Claudio Merletti. Il distico introduttivo non lascia dubbi sul contenuto che seguirà: «Tempo pieno? Oltre al danno... la beffa e l'inganno». Riprendono, in apertura, una dichiarazione del ministro - «Negli ultimi due anni, grazie all'introduzione del maestro unico e all'abolizione delle compresenze, si è registrato un aumento complessivo di 2958 classi “a tempo pieno”» - per smentirla seccamente. «Come si può affermare di aver potenziato il tempo pieno, diminuendo il numero degli insegnanti ed eliminando completamente le compresenze? Forse il nostro ministro non ricorda che il tempo pieno, nato negli anni Settanta, è un modello organizzativo che presuppone la presenza di due docenti contitolari, poiché necessita di momenti di compresenza». Le maestre accusano la Gelmini di «forti contraddizioni», dal momento che «tempo pieno e maestro unico sono inconciliabili». «Per dare una corretta informazione - scrive il corpo docente -, il nostro ministro avrebbe dovuto affermare: è stato cancellato il tempo pieno, adesso ci sono classi a tempo prolungato fino a 40 ore settimanali». La differenza, a loro dire, non è poca, poiché la compresenza di due insegnanti titolari favoriva, tra le altre cose, «la didattica laboratoriale», «l'attenzione all'integrazione dei bambini» e l'«apertura al territorio».
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