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Sabato 26 Giugno 2010
Il parroco di Lipomo
sacerdote da 50 anni
Sono, infatti, passate cinque decadi da quel lontano 26 giugno 1960 in cui don Mario Moiola venne ordinato sacerdote nel Duomo di Como, anche se a lui sembra appena l'altro ieri. «Ringrazio i cittadini, per l'appoggio che non mi hanno mai fatto mancare»
La sua semplicità lascia trasparire che non avrebbe molta voglia di raccontarsi, per un senso di riservatezza. Poi, però, il suo volto dai tratti decisi si scioglie in un sorriso complice: «Quando sono arrivato a Lipomo avevo 35 anni. Era un parrocchia in forte espansione, dopo che per secoli si era mantenuta sugli 800 abitanti. C'erano da affrontar tutte le difficoltà che si porta dietro un'espansione rapida. La casa parrocchiale era inabitabile, tanto che sono stato due anni in affitto, e la chiesetta cominciava ad andare un po' stretta. Utilizzavamo il piccolo oratorio per fare delle attività come il cinema o il teatro». Negli anni successivi, il grande impegno è stato quello di organizzare le strutture attorno alle quali potesse girare la vita della comunità. Prima il nuovo oratorio e poi la chiesa dello Spirito Santo, inaugurato nel 1993 da monsignor Maggiolini. Capita a volte che i confini religiosi non coincidano con quelli politici. La parrocchia di san Vito, per esempio, comprende anche Rovascio, nel Comune di Tavernerio, e una piccola porzione fuoriuscita da Camnago Volta. «Da noi sono giunte molte persone in gran parte figli di immigrati già insediati a Como. Qui ci sono rappresentate tutte le regioni, dal Veneto alla Sicilia. Una difficoltà in più è stata quella di amalgamare origini tanto differenti. Tanti erano provvisori, perché magari si spostavano per via del lavoro, ma con chi è rimasto si è potuto fare bene».
Oggi la ricettività del territorio è ormai satura e i giovani sono spinti verso la Brianza, dove i costi sono più abbordabili. Qualche sera fa è venuto anche il vescovo, monsignor Diego Coletti, a rendere omaggio al parroco giunto dalla Valtellina: Mi sono proprio emozionato – confessa don Mario – Ringrazio i cittadini, per l'appoggio che non mi hanno mai fatto mancare, e tutte le amministrazioni comunali con cui ho sempre avuto ottimi rapporti. Di questi 39 anni, che mi sembrano un soffio, resta la soddisfazione di essere riusciti a superare tutte le difficoltà».
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