Erba, la denuncia: "Alcol
servito anche ai ragazzini"
La segnalazione al giornale: "In una discoteca servite bevande alcoliche a ragazzi di seconda e terza media"
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Chi dice di essere stata testimone dell'accaduto (si presenta come una ragazza maggiorenne entrata nel locale insieme ad amiche) racconta di essersi lamentata con i baristi una volta constata la situazione, ma senza grandi risultati.
«Questi ragazzini di seconda e terza media, alcuni conosciuti e altri che dimostravano quell'età - si legge nella mail – sono stati serviti dai baristi del locale con bevande alcoliche. Molti di loro, poi, si sono sentiti male in bagno o collassavano sui tavoli».
Secondo il racconto la situazione è saltata all'occhio anche ad atri ragazzi presenti.
«Le nostre lamentele non sono state isolate – continua la mail - altri ragazzi hanno chiesto per due volte l'intervento delle forze dell'ordine, ma nessuna pattuglia è passata; quando un semplice controllo sarebbe bastato a rilevare una situazione assurda e davvero triste».
Quella sera il locale era aperto alla normale clientela, ma nello stesso tempo vi si svolgeva la festa per la fine delle scuole. Maggiorenni e giovanissimi erano dunque mescolati. Per assurdo molti ragazzi erano stati accompagnati all'ingresso della discoteca dagli stessi genitori. Questa circostanza è confermata anche dai titolari del Modà.
«Abbiamo aperto il locale appositamente un'ora prima per i ragazzi inferiori ai 18 anni – spiega Luca Frigerio, uno dei soci gestori del locale –, in modo che potessero comunque trattenersi alla festa senza però tirare troppo tardi e quindi venendo incontro agli orari stabiliti dai genitori. E' vero che quel giorno si festeggia abitualmente la fine delle scuole, ma il locale è aperto anche alla normale clientela. Per tutti gli altri giorni, anche se la legge non lo imporrebbe, noi esponiamo il cartello che segnala il divieto di entrata nel locale ai minori di 18 anni».
Frigerio spiega che per gestire la situazione senza che si creino rischi serve la collaborazione di tutti.
«I nostri baristi, non essendo pubblici ufficiali, non possono chiedere il documento alle persone che fanno un'ordinazione. A mio avviso, ben prima che un ragazzino entri in un locale, dovrebbe esserci un'educazione alla consapevolezza su cosa è giusto e cosa può essere pericoloso
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