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Martedì 06 Luglio 2010
Da Appiano agli Stati Uniti:
Ilaria stella del "cheerleading"
Ilaria Corali, diciott'anni iscritta all'Itpa Eugenio Montale di Tradate, per dieci mesi ha vissuto uno scambio culturale a Lake Forest, vicino a Los Angeles. Un'esperienza di studio all'estero che le ha consentito di coronare un piccolo grande sogno: calarsi nelle vesti delle mitiche cheerleader
«All'inizio dell'anno scolastico, arrivata negli Usa con mille paure ma anche tante aspirazioni, mi sono subito interessata di scoprire se nella scuola superiore nella quale avrei studiato fosse possibile fare un provino per entrare nella squadra di cheerleading – spiega Ilaria Corali - La coach, da subito entusiasta, fissò il mio provino il giorno seguente; mi presentai e lo superai. Avevo già delle basi di danza moderna, sport che pratico da quattordici anni, ciononostante le mie nuove compagne di squadra erano molto più avanti di me nella preparazione. Il cheerleading è uno sport che combina elementi di ginnatica artistica, danza e acrobatica/acrogym. Le prime volte che ho visto le acrobazie, i lanci e le coreografie sono rimasta totalmente impressionata».
Un inizio non facile, ma presto ripagato con un posto da “titolare” in squadra: «La stagione è iniziata ad agosto con il football. Da agosto a ottobre la nostra coach scelse le quattordici ragazze che avrebbero partecipato alle gare, comprese quelle regionali della California. Durante la stagione del football ho imparato tantissimo – aggiunge Ilaria - Tutti i giorni ci allenavamo due ore all'aperto, da lunedì a venerdì, per poi essere pronte per tifare alla partita, il sabato o la domenica. Gli allenamenti erano davvero molto intensi e impegnativi, la coach severa e le nozioni da apprendere abbastanza complicate per me in quanto il livello della squadra era già alto e io ero appena arrivata. Una sorpresa, a ottobre, quando la coach ha scelto anche me tra le quattordici ragazze che avrebbero fatto parte del vasity team. Da subito abbiamo iniziato a lavorare sulla coreografia da presentare nella stagione delle gare, a partire da gennaio. Ogni ragazza ha il suo ruolo nella squadra: ci sono le "flyers" le ragazze che alziamo negli stunts o che lanciamo, le "bases" le due ragazze ai lati che sollevano, le "backspots" quelle che sollevano da dietro e che riprendono alla fine dello stunt e le “frontspot” quelle che stanno di fronte allo stunt assicurandosi che tutto vada bene e aiutando a sollevare. Io ero base e backspot».
Un crescendo di emozioni che Ilaria Corali difficilmente dimenticherà: «Abbiamo avuto una grandissima stagione di gare, nove in totale nelle quali abbiamo sempre raggiunto il podio, in tre il primo posto. Alle regionali di California ci siamo qualificate terze, accedendo così alle Nazionali Usa a Los Angeles. Alle eliminatorie della nostra categoria (si differenziano per numero di ragazze e difficoltà della coreografia) gareggiavano otto squadre. Abbiamo centrato la finalissima a due, ma per mezzo punto alla fine siamo arrivarte seconde. Comunque una grande soddisfazione perché nella nostra scuola (che esiste da soli tre anni) era la prima volta che la squadra partecipava alle gare nazionali».
Manuela Clerici
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