Ex Lechler, amianto dimenticato
Allarme a Ponte Chiasso

L'inchiesta sul traffico di rifiuti tossici che coinvolge la Perego Strade alza il velo sulla presenza del pericoloso metallo nell'area dismessa a due passi dal confine con la Svizzera

COMO Ex Lechler di Ponte Chiasso: una distesa di polvere, cocci di vetro, macerie, aste di acciaio, il tutto condito con tubi coibentati con l'amianto. L'inchiesta che travolge gli strani affari della Perego Strade, l'azienda lecchese fallita lo scorso anno e che a Como si è occupata tra l'altro della demolizione dell'ex Ticosa e dei lavori di abbattimento dell'ex Lechler, le cui macerie piene di amianto sarebbero state miracolosamente trasformate in bitume per asfaltare e inerti per riempire scavi e realizzare fondamenta anche di importanti opere pubbliche, alza il velo su un'area potenzialmente pericolosa per la salute pubblica: lo spiazzo, abbandonato, ai lati di via Bellinzona, proprio dietro le pensiline dove si attendono gli autobus. Su quell'area ancora oggi, a oltre due anni fa lavori di abbattimento, ci sono residui d'amianto. Lo ha detto l'Arpa, nel corso di alcune campionature che hanno dato esito positivo, lo documentano le foto scattate ieri pomeriggio dal quotidiano La Provincia.
Per riuscire a entrare nell'area dove un tempo sorgeva la storica azienda di vernici si deve obbligatoriamente scavalcare. Una volta al di là ci si trova di fronte a una distesa di sterpaglie, a enormi "dita" metalliche che escono dal sottosuolo come un mostro che vuole tornare alla luce, massi e muri sbriciolati e i maledetti pezzi di tubi coibentati con amianto. Lì si trovano nella voragine al confine con l'angolo tra via Franscini e via Bellinzona. E il sospetto che ancora oggi possano degradarsi, frantumarsi e trasformarsi in polvere e pericolosissime particelle di crisotilo, le "fibre d'oro" che causano il mesotelioma. I carotaggi compiuti nell'autunno dello scorso anno dall'Arpa hanno confermato la presenza di crisotilo, non solo come particella effettivamente ancora presente perché legata a un abbattimento compiuto evidentemente senza il rispetto del famoso piano concordato con l'Asl, ma anche come composto trovato in lastre e manufatti ancora presenti nell'area dell'ex Lechler. Lo dimostra la presenza di un grosso tubo che sbuca dal terreno, coibentato con amianto e che con ogni probabilità era utilizzato come conduttura dell'acqua. Così pure come altri tubi, cementati e coibentati attraverso i quali corrono ancora oggi cavi grigi.
L'amianto, dunque, non è scomparso da Ponte Chiasso. Anzi.

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