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Mercoledì 07 Luglio 2010
Ex Lechler, amianto dimenticato
Allarme a Ponte Chiasso
L'inchiesta sul traffico di rifiuti tossici che coinvolge la Perego Strade alza il velo sulla presenza del pericoloso metallo nell'area dismessa a due passi dal confine con la Svizzera
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Per riuscire a entrare nell'area dove un tempo sorgeva la storica azienda di vernici si deve obbligatoriamente scavalcare. Una volta al di là ci si trova di fronte a una distesa di sterpaglie, a enormi "dita" metalliche che escono dal sottosuolo come un mostro che vuole tornare alla luce, massi e muri sbriciolati e i maledetti pezzi di tubi coibentati con amianto. Lì si trovano nella voragine al confine con l'angolo tra via Franscini e via Bellinzona. E il sospetto che ancora oggi possano degradarsi, frantumarsi e trasformarsi in polvere e pericolosissime particelle di crisotilo, le "fibre d'oro" che causano il mesotelioma. I carotaggi compiuti nell'autunno dello scorso anno dall'Arpa hanno confermato la presenza di crisotilo, non solo come particella effettivamente ancora presente perché legata a un abbattimento compiuto evidentemente senza il rispetto del famoso piano concordato con l'Asl, ma anche come composto trovato in lastre e manufatti ancora presenti nell'area dell'ex Lechler. Lo dimostra la presenza di un grosso tubo che sbuca dal terreno, coibentato con amianto e che con ogni probabilità era utilizzato come conduttura dell'acqua. Così pure come altri tubi, cementati e coibentati attraverso i quali corrono ancora oggi cavi grigi.
L'amianto, dunque, non è scomparso da Ponte Chiasso. Anzi.
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