L'appello di quattro saggi:
«Salvate Sant'Abbondio»

Famiglia Comasca, Società archeologica comense, il professor Giorgio Luraschi e Alberto Rovi chiedono al sindaco e al consiglio un ripensamento sui grattacieli che verranno costruiti in Ticosa e parlano di un grave errore

g.roncoroni

Chiedono al sindaco Stefano Bruni e al consiglio comunale di mettersi «una mano sulla coscienza» e si appellano alla città per evitare che San Abbondio e la Spina Verde vengano oscurati dai maxi palazzi del nuovo quartiere Ticosa. A prendere carta e penna sono quattro comaschi da sempre con ruoli di primissimo piano nel mondo della cultura e della storia: il presidente della Famiglia Comasca Piercesare Bordoli, il presidente della Società archeologica comense Giancarlo Frigerio, il professor Giorgio Luraschi docente di Storia e istiuzioni di diritto romano all'Università Insubria e Alberto Rovi, docente di Storia dell'arte al classico. «Allarmati dalle notizie che il recente dibattito sull'area ex Ticosa sta portando alla ribalta - scrivono - ci rivolgiamo al quotidiano storico di Como chiedendo che il nostro appello sia esteso a tutti i nostri concittadini. Vogliamo richiamare perciò al senso di responsabilità civica tutti coloro che si sentono comaschi e amano questa nostra città. A tutti gli abitanti di Como vorremmo che fosse chiaro che cosa sarà dell'area che l'attuale progetto in via d'approvazione prevede, se non sarà radicalmente emendato. Perciò ci rivolgiamo innanzitutto al primo cittadino, quindi gli amministratori, ai tecnici e ai lettori del giornale, perché siamo convinti di trovarci davanti ad un errore molto pericoloso per il destino di una città finora ancora bella». Dicono che la garanzia del cannocchiale sui due campanili non è sufficiente («sarebbe un contentino che i comaschi interpretaranno come una sonora presa in giro quando vedranno le costruzioni realizzate») e chiedono al consiglio e a Bruni di «mettersi una mano sulla coscienza». Contestano le altezze di oltre trenta metri e dicono che i rendering non bastano, visto il precedente del muro sul lungolago. E lanciano una proposta: «I comaschi dovrebbero esigere una simulazione al vero, non virtuale: innalzate delle impalcature alte 30, 34 metri dove andranno i palazzi e dite ai comaschi che si svilupperanno per la lunghezza di 250 metri, senza spiragli sino alla torre di cinquanta metri, un'enormità: altro che cannocchiale su Sant'Abbondio, le colline non si vedranno neppure con il binocolo».

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Domenica 18 Luglio 2010

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