Inverigo, futuro Beltts
nelle mani del tribunale

Attesa martedì una decisione sulla prosecuzione dell'affitto d'azienda. In caso contrario, i 64 dipendenti rischiano di rimanere immediatamente senza lavoro

INVERIGO – Martedì è il giorno della verità, il giorno in cui i lavoratori della Beltts si sentiranno dire che possono riprendere a produrre nastri trasportatori e rulli. Oppure che sono ufficialmente disoccupati. Ipotesi, quest'ultima, di fronte alla quale i 64 dipendenti della ex Cigo deciderebbero di non recedere di un passo dalle proprie posizioni, continuando ad occupare la fabbrica in assemblea permanente ormai da cinque giorni per rivendicare il diritto a mantenere il proprio impiego.  «Vogliamo lavorare, non stare sulle spalle dello Stato», si legge in grassetto al fondo del volantino che lunedì gli operai hanno distribuito all'esterno del tribunale di Como. Ci sono arrivati a decine, quasi al completo, per sottolineare nuovamente e con forza la richiesta che li ha spinti, venerdì, a prendere il comando della ditta di Romanò, quella di un prolungamento del contratto di affitto dell'attività o della concessione di una gestione provvisoria. La Bellts è nata infatti dalle ceneri della Cigo, messa in liquidazione un anno fa, e impiega oggi 64 dipendenti con contratto a termine tutti con un'età tra i 35 e i 50 anni. Tutti con parecchi dubbi sul proprio futuro, se  il curatore fallimentare decidesse di mettere la parole fine all'attività. E questo nonostante il portafoglio ordini, hanno più volte sottolineato sia i lavoratori che i sindacati, sia coperto fino all'autunno, e negli ultimi 12 mesi si sia raggiunto un discreto utile, come si legge nel bilancio fatto avere al curatore fallimentare. A far precipitare la situazione nelle ultime settimane, il prolungarsi del mancato accordo tra la vecchia proprietà della Cigo e i nuovi azionisti, oltre al fatto che occorra una ricapitalizzazione della società, circostanze che hanno spinto il curatore a non rinnovare il contratto d'affitto per il ramo d'azienda.

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Eco di Bergamo La protesta alla Beltts